Perché non dovremmo uccidere i ragni
Fanno schifo o paura a molte persone ma per molti versi “ci proteggono”, anche quando sono nelle nostre case
I ragni hanno una serie di caratteristiche che li rendono respingenti per gli esseri umani già dai pochi mesi di età e che provocano ancora più repulsione o terrore di altri tipi di artropodi, il gruppo di animali invertebrati di cui fanno parte anche gli aracnidi. Come ha osservato Jeffrey Lockwood, entomologo e docente all’Università del Wyoming, hanno otto zampe, le zanne e fino a 8 occhi, chiamati ocelli; inoltre tessono ragnatele per intrappolare le proprie prede e poi le consumano in maniera piuttosto orripilante, paralizzandole e poi succhiandone i contenuti. Non c’è da sorprendersi se i ragni suscitino poca empatia e inducano molte persone a volersene sbarazzare.
Ma gli scienziati ricordano spesso che, nonostante la comprensibile repulsione, ucciderli quando li troviamo in casa è una cattiva idea, tra le altre cose perché per molti versi ci proteggono. In un articolo pubblicato di recente su The Conversation, l’entomologo dell’Università statale del North Carolina Matt Bertone ha spiegato che le persone pensano che le proprie case siano ben isolate dall’ambiente esterno, ma non è così. Durante uno studio sugli artropodi fatto nel 2016 lui e altri suoi colleghi avevano scoperto che in tutte le 50 case del North Carolina esaminate vivevano varie specie di ragni: in particolare i Theridiidae, una famiglia di ragni di dimensioni medio piccole e diffusa anche in Italia, ed esemplari appartenenti alla famiglia Pholcidae, il classico ragno casalingo con il corpo piccolo e affusolato e le zampe lunghe. Alcuni restano a lungo nelle case e vi proliferano, altri invece vi rimangono solo brevemente.
Anche se si cibano di tutto ciò che riescono a catturare grazie alle ragnatele, spesso i ragni si nutrono anche di parassiti o di insetti che potrebbero portare con sé malattie, come le zanzare. Per questo, uccidere un ragno in casa può significare uccidere un importante predatore che, mangiando questi insetti e parassiti, limita fastidi e disturbi di salute a chi ci vive. È stato stimato che a livello globale gli aracnidi uccidano fino a 800 milioni di tonnellate di prede ogni anno, compresi certi insetti che possono trasmettere malattie agli esseri umani.
Attualmente al mondo si conoscono oltre 45mila specie di ragni: molte sono velenose, ma la maggior parte non tanto da creare seri problemi alle persone e comunque non alle latitudini europee (solo una trentina è in grado di produrre un veleno sufficientemente nocivo o letale, e si tratta di specie che vivono in alcune zone dell’America e dell’Australia). Quelli che si trovano di solito in casa non sono né aggressivi né pericolosi, e secondo alcune ricerche non è vero che mordono gli esseri umani con grande frequenza.
I ragni non entrano nelle nostre case perché vogliono attaccarci, spiega Bertone: preferiscono evitarci. Anziché ucciderli, sarebbe meglio prenderli e accompagnarli all’esterno e, comunque sia, continueranno a esserci anche se noi non li vediamo.
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