Il nuovo museo norvegese che ospiterà l’Urlo di Munch

Sarà inaugurato sabato a Oslo dopo otto anni di lavori: è il più grande dei paesi nordici

Immagine tratta dal sito del Museo nazionale (Iwan Baan)
Immagine tratta dal sito del Museo nazionale (Iwan Baan)
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Dopo otto anni di lavori e vari ritardi, sabato a Oslo verrà inaugurato il Museo nazionale di arte, architettura e design: sarà il più grande museo dei paesi nordici europei e riunirà le collezioni di quattro musei norvegesi preesistenti. L’edificio è costato circa 600 milioni di euro e ospiterà 6.500 opere d’arte di vari periodi della storia della Norvegia, compresa una delle quattro versioni del celebre “Urlo” del pittore norvegese Edvard Munch, probabilmente uno dei dipinti più famosi di sempre.

Il nuovo Museo nazionale (nye Nasjonalmuseet) si trova in centro a Oslo, più o meno a metà strada tra il porto e il Teatro dell’Opera, uno degli edifici contemporanei più noti della capitale norvegese. È stato progettato dall’architetto tedesco-italiano Klaus Schuwerk e ha una superficie complessiva di oltre 54mila metri quadrati, di cui 13mila di spazi espositivi: è più grande del Museo Egizio di Torino, che ha uno spazio espositivo di circa 10mila metri quadrati oltre a 600 metri quadrati destinati alle mostre temporanee.

Prende il posto di una vecchia stazione ferroviaria e ha una forma che ricorda quella di un parallelepipedo. L’esterno è rivestito di ardesia e sarà ricoperto d’erba sul tetto e di piante rampicanti sui lati; al suo interno ci sono quasi cento stanze, che includono aree dedicate a esposizioni temporanee, alla conservazione e allo studio delle opere d’arte, con pavimenti in legno di quercia ed elementi in bronzo. L’atrio principale è vasto 2.400 metri quadrati ed è illuminato da 9mila luci a LED, che lo rendono visibile anche da vari chilometri di distanza.

 

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La collezione del museo è composta da più di 6.500 opere, tra manufatti, dipinti e oggetti di design disposti in ordine cronologico. Si trovano, per esempio, il prezioso arazzo di Baldishol, che risale alla fine del XII secolo, e “Notte d’inverno sulle montagne”, un quadro di Harald Sohlberg del 1914 che è stato votato come dipinto preferito dalla maggior parte dei norvegesi.

Oltre alle collezioni di porcellane e ai vestiti indossati dalle regine norvegesi alle cerimonie di incoronazione, nel museo ci sono anche opere di importanti artisti internazionali, sculture, installazioni contemporanee e un’intera stanza dedicata a Munch.

 

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La direttrice, Karin Hindsbo, ha spiegato che l’allestimento dà attenzione anche all’arte dei sami, la popolazione indigena che abitava nella parte settentrionale della Scandinavia. Inoltre la prima opera che si vede entrando è “Pile O’ Sápmi Supreme”, un’installazione del 2017 dell’artista Máret Ánne Sara, composta da quattrocento teschi di renna: una polemica nei confronti degli abbattimenti di animali ordinati dal governo norvegese.

 

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L’idea di realizzare un grande museo che ospitasse buona parte delle opere d’arte di tutti musei di Oslo nacque nei primi anni Duemila. Nel 2008 fu scelto il sito dove costruirlo e cinque anni più tardi il parlamento norvegese approvò il progetto, che prevedeva di spostarvi le opere di quattro musei cittadini, compresa la vecchia Galleria Nazionale. Avrebbe dovuto aprire nel 2020, ma l’inaugurazione è stata rimandata di due anni per vari ritardi.

Come racconta il Guardian, Schuwerk è stato criticato sia per il progetto, che secondo alcuni assomiglia a una scatola grigia, sia per i tempi e i costi della costruzione. L’edificio comunque è stato apprezzato per l’impiego di materiali pensati per durare secoli e con un basso impatto ambientale: per esempio viene usata l’acqua del fiordo di Oslo per gli impianti sia di riscaldamento sia di raffreddamento.

Secondo Hindsbo in Norvegia sono stati fatti «enormi investimenti nelle istituzioni culturali», in particolare nell’ultimo decennio: il museo riuscirà a riqualificare l’area della vecchia stazione ferroviaria e darà una nuova centralità all’arte nella società, facendo guadagnare prestigio alla Norvegia a livello internazionale.

– Leggi anche: La storia della scritta sull’“Urlo” di Munch, fatta da Munch