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  • Giovedì 9 giugno 2022

Le attese audizioni pubbliche sull’attacco al Congresso statunitense

Sono state organizzate dalla Camera, controllata dai Democratici, e avranno un valore soprattutto politico

(Brent Stirton/Getty Images)
(Brent Stirton/Getty Images)
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Giovedì cominceranno le audizioni pubbliche della commissione d’inchiesta della Camera statunitense, che da oltre un anno sta indagando sull’attacco al Congresso del 6 gennaio 2021 portato avanti dai sostenitori dell’allora presidente Donald Trump.

Le audizioni hanno l’obiettivo di mostrare i risultati dell’inchiesta, e prevedono testimonianze dal vivo, filmati, foto e altre informazioni raccolte dai membri della commissione d’inchiesta. Alcuni di loro hanno anticipato che nelle audizioni verranno rivelate informazioni finora sconosciute, ma non è chiaro se la commissione consiglierà al dipartimento di Giustizia o alle autorità federali di incriminare nuove persone.

L’inchiesta della commissione non avrà infatti valore penale – per l’attacco al Congresso sono state già incriminate più di 800 persone, in altre sedi – ma soltanto politico, come il processo di impeachment per Trump portato avanti dai Democratici a febbraio del 2021. Secondo diversi commentatori le audizioni pubbliche della commissione fanno parte di un tentativo più ampio dei Democratici di dimostrare agli americani, in vista delle elezioni di metà mandato di novembre, che Trump e un pezzo consistente della classe dirigente Repubblicana hanno avuto un ruolo nell’incitare l’attacco al Congresso e nel tentativo di delegittimare il risultato delle elezioni presidenziali del 2020, vinte dal Democratico Joe Biden.

«Quando le audizioni saranno finite gli elettori sapranno quanto i Repubblicani sono stati irresponsabilmente complici nel tentativo di buttare dalla finestra alcuni voti, e cosa sono disposti a fare per il potere», ha detto al New York Times il deputato Democratico Patrick Maloney, capo del comitato elettorale del partito, riferendosi ai molti tentativi giudiziari con cui Trump e i suoi alleati hanno cercato di dimostrare che durante le elezioni ci fossero stati brogli contro i Repubblicani.

Le audizioni saranno sei in tutto: le prime due si terranno giovedì 9 e lunedì 13, mentre le altre quattro devono ancora essere fissate. Un rapporto finale sui lavori della commissione verrà poi diffuso a settembre.

Ci si aspetta che nelle prime due audizioni la commissione d’inchiesta cercherà di legare direttamente le azioni di Trump dopo la sconfitta elettorale all’attacco al Congresso, cercando di dimostrare che Trump e un pezzo del Partito Repubblicano hanno davvero cercato di ribaltare il risultato del voto con alcuni espedienti: per esempio quando Trump chiese al segretario di Stato della Georgia di “trovare” i voti necessari a sovvertire il risultato ufficiale delle elezioni presidenziali in quello stato. La commissione si concentrerà anche sulle pressioni fatte dal circolo di Trump sul vicepresidente Mike Pence perché si rifiutasse di certificare il risultato delle elezioni, e sui rapporti fra le persone intorno a Trump e le milizie di estrema destra che promossero l’attacco al Congresso.

Nei mesi scorsi la commissione d’inchiesta ha condotto oltre un migliaio di interviste, ma non è riuscita a parlare con i pezzi grossi dei Repubblicani: quasi tutto il partito si è rifiutato di collaborare all’indagine, definendola eccessivamente parziale. Gli unici due Repubblicani membri della commissione d’inchiesta, Liz Cheney e Adam Kinzinger, fanno parte dell’ala moderata del partito e sono attivamente ostacolati dalla sua dirigenza. I Repubblicani cercheranno di fare una specie di controprogrammazione delle audizioni pubbliche: secondo il New York Times hanno già organizzato delle interviste televisive in cui sembra che promuoveranno la teoria complottista secondo cui l’attacco al Congresso è stato provocato dalla speaker Democratica della Camera, Nancy Pelosi.

I Democratici contano invece sul fatto che le audizioni pubbliche faranno molto discutere, guadagnandosi le attenzioni di giornali e tv: l’Economist scrive per esempio che nelle prime due audizioni dovrebbe essere trasmesso un pezzo dell’intervista che la commissione di inchiesta ha condotto con Ivanka Trump, figlia dell’ex presidente nonché sua collaboratrice fino a pochi giorni prima dell’attacco al Congresso.

Non è chiaro, però, quanto possa cambiare la percezione degli elettori statunitensi in vista delle elezioni di metà mandato, cosa che invece auspicano i Democratici. Ormai da mesi i politici Repubblicani e le tv e i giornali di destra lavorano per minimizzare l’attacco o attribuirne la responsabilità ai Democratici. Secondo un recente sondaggio realizzato da NBC News la percentuale di americani che ritiene Trump l’unico o il principale responsabile per l’attacco è scesa di sette punti dal gennaio del 2021 ad oggi, dal 52 al 45 per cento.