Il parlamento russo ha approvato quasi all’unanimità una legge per porre fine alla giurisdizione in Russia della Corte europea dei diritti umani
Martedì la Duma, la camera bassa del parlamento russo, ha approvato quasi all’unanimità (un solo deputato si è opposto) una legge per porre fine alla giurisdizione in Russia della Corte europea dei diritti umani: è il tribunale internazionale creato nel 1959 per far rispettare la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, a cui nel tempo si erano rivolti anche noti oppositori del presidente Vladimir Putin, tra cui Alexei Navalny, quando i loro casi erano stati respinti dai tribunali nazionali russi.
Per entrare in vigore la legge dovrà essere firmata da Putin, passaggio che con tutta probabilità sarà solo una formalità. Insieme a questa legge la Duma ne ha approvata anche un’altra, che stabilisce che le sentenze emesse della Corte dopo lo scorso 15 marzo non verranno eseguite.