Angela Merkel non si pente della sua politica di apertura verso la Russia
L'ex cancelliera tedesca lo ha detto martedì nella prima intervista dalla fine del suo mandato
Martedì sera l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel per la prima volta dalla fine del suo mandato ha concesso una lunga intervista, nel corso di un evento pubblico che si è tenuto al teatro Berliner Ensemble. Nell’intervista, condotta dal giornalista dello Spiegel Alexander Osang, Merkel ha parlato soprattutto della guerra in Ucraina, rispondendo alle critiche di chi negli ultimi mesi l’ha accusata di aver avuto un approccio troppo indulgente con la Russia nei suoi anni al governo.
«La diplomazia non è sbagliata solo perché non ha successo. Quindi non vedo perché ora dovrei dire che era sbagliata, e non mi scuserò».
Le critiche che sono state rivolte a Merkel riguardano il fatto che per molto tempo si era impegnata per costruire solidi rapporti diplomatici con il presidente russo Vladimir Putin, col fine di instaurare legami commerciali che avrebbero potuto portare benefici all’economia tedesca e tenuto agganciata politicamente la Russia al resto d’Europa: con la sua politica Merkel riteneva che radicati rapporti commerciali tra Russia ed Europa avrebbero frenato eventuali escalation militari da parte della Russia, e favorito la democratizzazione del paese.
L’invasione in Ucraina ha dimostrato il fallimento di quella politica, ma Merkel martedì ha ribadito di credere che quella dell’integrazione economica e dell’apertura diplomatica fosse la migliore strada da percorrere per impostare i rapporti con la Russia, e che non si pente di quanto fatto al riguardo nei suoi anni al governo.
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Nell’intervista Merkel ha condannato duramente l’attacco russo all’Ucraina, ha accusato Putin di voler distruggere l’Europa, e ha detto che per questo motivo «è molto importante che l’Unione Europea rimanga unita ora». Ha anche rivendicato il fatto che nel 2008 la Germania si oppose alla richiesta dell’Ucraina di aderire alla NATO: ha detto che quell’opposizione era dovuta proprio all’intenzione di evitare un conflitto con la Russia, e ha aggiunto che allora l’Ucraina «non era quella che conosciamo oggi» ed era «politicamente molto divisa».
Ha anche rivendicato l’importanza degli accordi di pace di Minsk del 2015, con cui era stata stabilita la fine del conflitto nel Donbass in cambio di più autonomia alle regioni di Donetsk e Luhansk. Quegli accordi, che comunque la Russia non ha mai rispettato davvero, oggi sono risultati di fatto fallimentari, ma secondo Merkel all’epoca furono la soluzione migliore per mettere fine ai combattimenti nell’Ucraina orientale tra separatisti filo-russi e soldati ucraini.
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