Un giorno l’atletica sarà così?
Un evento organizzato a Londra in modo completamente diverso dai classici meeting sta riscuotendo sempre più successo
Lo sport professionistico cerca continuamente di adattarsi alle nuove forme di fruizione e di intrattenimento per raggiungere nuovi mercati e migliorare la propria presenza in quelli già esistenti. Se pensavamo che la copertura televisiva dello sport fosse già arrivata al suo limite, negli ultimi anni un’ulteriore spettacolarizzazione degli eventi ha portato nuove forme di contenuti che in certi casi hanno anche avuto l’effetto di ampliare l’interesse.
È il caso della serie All or Nothing di Amazon, che ogni anno segue dall’interno l’annata di una determinata squadra — per ultima la Juventus — e soprattutto di Drive to Survive, la serie che ha fatto da traino al nuovo successo di pubblico che la Formula 1 sta riscuotendo nel mondo, in special modo negli Stati Uniti, dove finora aveva faticato a inserirsi. Gli sport principali e più diffusi — il calcio, quelli nordamericani e quelli motoristici in particolare — stanno già sfruttando queste tendenze, altri invece stanno facendo ora i primi tentativi, rallentati dalle loro situazioni pregresse.
È il caso dell’atletica leggera, che ogni anno riesce a ottenere grande seguito, ma soltanto in alcuni periodi più o meno brevi, e che deve ancora affinare i suoi metodi di fruizione. Eppure già di per sé l’atletica presenta caratteristiche uniche: si sviluppa infatti su eventi che comprendono tante discipline diverse, che insieme potrebbero accontentare un po’ tutti i gusti, e la competitività è sempre alta.
A tal proposito, di recente Sean Ingle ha scritto in un articolo sul Guardian: «Lo sport vive di narrazione, rivalità e personalità. Ha quindi bisogno di adattarsi ai tempi e alle tendenze correnti. Eppure troppo spesso i suoi guardiani sono resistenti al cambiamento, sospettosi degli estranei e di chiunque non sia un sostenitore “puro”».
Nel suo articolo Ingle si riferiva in particolare all’atletica leggera, che proprio in Inghilterra sta vivendo un momento particolare. Il movimento sta continuando a beneficiare della spinta data dalle Olimpiadi di Londra del 2012 e conta tanti atleti di alto livello, seguiti dal pubblico e in grado di muovere interessi economici. Non è un caso che da quasi dieci anni a Londra si tenga un evento nato appositamente con l’obiettivo di «elevare gli standard dell’atletica britannica», in particolare della corsa.
Si chiama “Night of the 10,000m PB’S” e ospita gare di diverse categorie sui 10mila metri in un’atmosfera unica nel suo genere. Si tiene al Parliament Hill Athletics Track di Hampstead Heath, a Londra, e offre un’esperienza molto diversa da quella dei classici meeting visti dalle tribune degli stadi. Spiegano gli organizzatori: «L’atmosfera di gara è fondamentale per le prestazioni e migliorarla è diventata l’obiettivo dell’evento. Nel corso degli anni l’ambiente si è sviluppato con la presenza di spettatori in campo e a ridosso della pista, con l’introduzione di varie forme di intrattenimento secondarie, musica dal vivo e servizi di ristoro diffusi».
Anche le gare vengono viste in modo diverso. Le categorie principali corrono in notturna tra schemi di illuminazione che contribuiscono a creare un ambiente suggestivo per spettatori e atleti. Quest’ultimi, quando ne parlano, si dicono in genere più motivati del solito quando corrono a Parliament Hill, proprio per via dell’atmosfera che li circonda.
In questo modo la Night of the 10,000m PB’S è diventata più importante anno dopo anno, tanto che le sue gare ora valgono per i campionati britannici. Nelle edizioni passate a Hampstead Heath si sono tenute le qualificazioni per le Olimpiadi di Rio de Janeiro e per i Mondiali di atletica del 2017. La gara maschile dell’ultima edizione, organizzata a inizio maggio, è stata vinta peraltro dall’italiano Yeman Crippa, che così si è qualificato ai Mondiali di Eugene, in Oregon, e ha stabilito il secondo miglior tempo italiano di sempre dopo quello che aveva stabilito lui stesso tre anni fa.
L’evento piace soprattutto agli atleti che ci corrono e le proposte per espanderlo anche ad altre discipline si susseguono. Dave Bedford, famoso mezzofondista britannico e primatista mondiale nel 1973, ha detto al Guardian: «Questo potrebbe essere il futuro e si potrebbe applicare ad ogni evento. Immaginate di guardare da vicino alcuni dei migliori velocisti al mondo, o vedere gli astisti saltare l’equivalente di un autobus a due piani da pochi metri di distanza».
Le novità introdotte dalla Night of the 10,000m PB’S riguardano più l’esperienza dal vivo che quella televisiva, che però se implementata potrebbe beneficiarne ugualmente arrivando anche a creare nuovi formati, come nei casi più famosi già citati. «Eventi come questo mostrano che c’è un certo appetito per l’atletica leggera dal vivo, ma si può fare di più», conclude Ingle nel suo articolo.
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