Come funziona la Legge Bacchelli
Che attribuisce un vitalizio ai cittadini che abbiano particolari meriti culturali e sociali: l'ha appena ricevuto lo scrittore Aldo Nove
Lunedì il Consiglio dei ministri, presieduto dal presidente del Consiglio Mario Draghi, ha deciso di dare allo scrittore, poeta e sceneggiatore Aldo Nove il vitalizio pubblico previsto dalla Legge Bacchelli del 1985, con cui fu istituito un fondo dedicato al sostegno di cittadini che si siano resi meritevoli in ambito scientifico, culturale, sportivo o sociale e che si trovino in stato di necessità economica: la procedura per ottenerlo è molto selettiva.
Oltre che a Nove, lunedì il vitalizio è stato assegnato anche al cuoco e pasticcere Silvano Orlandi e alla cantante lirica di origini giapponesi Emiko Kubota.
La produzione letteraria di Aldo Nove, nome d’arte di Antonio Centanin, è piuttosto vasta. Tra le opere per cui è noto ci sono Superwoobinda (1996), Amore mio infinito (2000) e La vita oscena (2010), pubblicati da Einaudi. Nel 2001 il poeta e critico letterario Edoardo Sanguineti lo inserì nel suo Atlante del Novecento Italiano, dedicato ai personaggi più importanti della letteratura italiana del secolo scorso. Tempo fa, Nove aveva contratto una grave malattia che col passare del tempo gli aveva impedito di lavorare, e aveva quindi deciso di fare domanda per ottenere il vitalizio previsto dalla Legge Bacchelli.
La legge, la numero 440 dell’8 agosto 1985, fu approvata durante il governo di Bettino Craxi e si chiama così dal nome dello scrittore Riccardo Bacchelli, dalle cui condizioni prese spunto l’idea del vitalizio ma che morì prima di poterlo ricevere.
Ad oggi la Legge Bacchelli stabilisce tre requisiti fondamentali per poter ricevere il vitalizio: lo stato di «particolare necessità» economica, l’assenza di condanne penali e il fatto di essere considerati illustri e meritevoli per le proprie attività in ambito scientifico, culturale, sportivo o sociale. È necessario, dice la legge, «il riconoscimento della chiara fama per aver illustrato la Patria con i meriti acquisiti nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell’economia, del lavoro, dello sport e nel disimpegno di pubblici uffici o di attività svolte a fini sociali, filantropici e umanitari».
Il requisito sul merito viene verificato da una specifica commissione, la Commissione Bacchelli, nominata dal governo con una carica quadriennale: l’ultima commissione, quella che ha verificato i requisiti di Nove, Orlandi e Kubota, è composta dalla scrittrice Dacia Maraini, dal produttore cinematografico Roberto Cicutto e dal linguista Luca Serianni, che nel 2019 ha sostituito l’accademico e politico Luigi Berlinguer.
Il vitalizio prevede la ricezione di un massimo di 24mila euro lordi annui: per accedere al fondo può fare domanda la persona che vorrebbe ottenerlo o qualcuno al posto suo che ne curi gli interessi. Il vitalizio può essere revocato nel momento in cui non sia più necessario o sopraggiungano condanne penali a carico di chi lo riceve.
Nel corso degli anni il vitalizio della Legge Bacchelli ha attirato varie polemiche ed è stato definito come ingiustificato. I criteri di attribuzione sono tuttavia molto rigidi: secondo un elenco aggiornato ad aprile (quindi senza i tre beneficiari appena decisi) le persone che attualmente lo ricevono sono appena 34.
Tra le persone più note che negli anni hanno ricevuto il vitalizio ci sono la poetessa Alda Merini, la scrittrice Anna Maria Ortese, il poeta, scrittore e drammaturgo Dario Bellezza, lo scrittore Daniele Del Giudice, l’attrice Alida Valli, il pugile Duilio Loi, il cantautore Joe Sentieri e Giorgio Perlasca, il commerciante italiano che durante la Seconda guerra mondiale si finse Console generale spagnolo a Budapest, in Ungheria, e salvò più di 5mila ebrei ungheresi che altrimenti sarebbero stati deportati nei campi di concentramento dal regime nazista.
Ci fu anche chi fu proposto per il vitalizio ma lo rifiutò, come il campione di ciclismo Gino Bartali e l’attrice Laura Antonelli.