Matteo Salvini ha rinunciato al viaggio in Russia
Lo ha detto in un'intervista al Messaggero Veneto, dopo giorni di critiche sull'opportunità di proporsi come intermediario fra Russia e Ucraina
In un’intervista pubblicata sabato mattina sul Messaggero Veneto, il segretario della Lega Matteo Salvini ha annunciato di avere rinunciato ad andare in Russia a proporsi come intermediario per un accordo di pace fra Russia e Ucraina, proposta che negli ultimi giorni aveva agitato molto la politica italiana.
«Preso atto delle reazioni scomposte dei colleghi di governo, mi sono confrontato con i vertici della Lega e abbiamo convenuto di imboccare altre strade», ha detto Salvini al Messaggero Veneto.
La visita, che Salvini aveva annunciato una decina di giorni fa, era stata preventivamente criticata dagli alleati di governo, dalla Chiesa cattolica – che Salvini aveva tirato in ballo in un ipotetico piano di pace – e anche dall’ala moderata della Lega, con cui Salvini è in cattivi rapporti ormai da tempo. Un ulteriore elemento che aveva reso ancora più bizzarra la vicenda è che Salvini aveva organizzato la visita con un ex parlamentare di Forza Italia, Antonio Capuano, che diversi quotidiani definiscono esplicitamente come una specie di faccendiere noto per essere vicino a regimi autoritari.
Che un leader nazionale senza incarichi di governo organizzi una visita in Russia e si proponga come intermediario di una trattativa è sicuramente un fatto irrituale. Nel caso di Matteo Salvini, fra l’altro, la sua storia politica non lo rendeva esattamente un mediatore indipendente. Salvini e la Lega hanno da tempo rapporti molto stretti con il governo russo, e in passato il leader leghista aveva espresso grande ammirazione per Putin, anche dopo l’invasione della Crimea e le numerose segnalazioni di violazioni dei diritti umani da parte del presidente russo.
Nell’intervista al Messaggero Veneto Salvini non ha commentato un’altra polemica in cui è stato coinvolto in questi giorni, e cioè il suo tweet celebrativo del furto compiuto dalle forze russe di una nave italiana carica di acciaio dal porto di Mariupol, la cui partenza Salvini aveva descritto come una prova di «dialogo e diplomazia».