Il nuovo rigassificatore galleggiante comprato da SNAM
La Golar Tundra dovrebbe essere ormeggiata nel porto di Livorno o in quello di Ravenna e servirà a ridurre la dipendenza dal gas russo
La SNAM (Società nazionale metanodotti), ha acquistato la prima delle due navi-rigassificatore che dovrebbero servire ad affrancare in parte l’Italia dalla dipendenza dal gas russo. La nave si chiama Golar Tundra, è stata costruita nel 2015 e la SNAM l’ha acquistata per 330 milioni di euro dal gruppo Golar Lng Limited, che ha sede a Bermuda. Si tratta di una FSRU, Floating Storage and Regasification Unit, utilizzabile sia come metaniera, adibita cioè al trasporto di gas liquefatto, sia come impianto di rigassificazione da collocare in un porto per la trasformazione del gas da liquefatto allo stato gassoso. La Golar Tundra dovrebbe essere posizionata nell’area del porto di Piombino dove la trattativa con le istituzioni locali e le verifiche logistiche sono più avanzate, o, in quella di Ravenna.
La Golar Tundra è lunga 192 metri e può stoccare nelle stive fino a 170mila metri cubi di gas naturale per ogni viaggio. Come rigassificatore può lavorare anche 5 miliardi di metri cubi all’anno. Secondo Stefano Venier, amministratore delegato della SNAM, la nave da sola potrà contribuire al 6,5 per cento del fabbisogno nazionale.
Perché la Golar Tundra diventi operativa occorreranno alcuni mesi. Va individuata innanzitutto la località dove sarà collocata e poi occorrerà attendere una serie di autorizzazioni. Il decreto Aiuti, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 17 maggio, prevede un iter accelerato che dovrebbe durare al massimo 120 giorni dalla presentazione della domanda al commissario che si deve occupare della questione: il commissario però deve ancora essere nominato dal governo.
Il gas reso liquido, con la sigla GNL (Gas Naturale Liquefatto) o in inglese LNG (Liquefied Natural Gas) deve essere trasportato da navi metaniere a una pressione poco superiore a quella atmosferica e a una temperatura di -162 °C. Nei rigassificatori torna allo stato gassoso grazie a un processo di riscaldamento controllato all’interno di un vaporizzatore, che ha un volume adeguato per permettere l’espansione del gas. Il riscaldamento avviene facendo passare il GNL all’interno di tubi immersi in acqua marina. Tornato allo stato gassoso, può essere immesso nella rete di fornitura del territorio e da lì può arrivare nelle case.
Per rendere la nave operativa, dovrà essere realizzato ovviamente il tubo che porterà il metano rigassificato alla rete: più la nave sarà posizionata vicino alla costa, meno tempo e meno costi occorreranno per la realizzazione. In Italia il gas liquefatto è finora arrivato prevalentemente da Qatar e Algeria e in misura minore da Stati Uniti, Trinidad e Tobago, Nigeria, Norvegia. Il costo per le opere di collegamento dovrebbe aggirarsi attorno ai 70 milioni di euro.
Nelle scorse settimane si è parlato a lungo della collocazione che, in porto, dovrebbe avere la nave. Il problema maggiore è che le banchine dove la nave sarà ormeggiata diventeranno inutilizzabili per le altre attività. Per quanto riguarda Piombino, si è parlato della parte ovest del porto dove però sono iniziate da poco le attività delle PIM, Piombino Industrie Marittime. L’ormeggio della Golar Tundra rischierebbe, secondo il sindaco della città, Francesco Ferrari, di compromettere le attività di aziende appena insediatesi nel porto e che stanno assumendo lavoratori. A Ravenna invece sono appena iniziati i colloqui con il sindaco e le autorità portuali e si stanno valutando varie ipotesi di ormeggio.
La Golar Tundra sarà il quarto rigassificatore presente in Italia: attualmente ce ne sono due in mare e uno sulla terraferma. I due in mare sono al largo di Porto Levante, in provincia di Rovigo, e nel mar Tirreno tra Pisa e Livorno: si tratta in quest’ultimo caso di una nave che è stata ancorata in maniera permanente al fondale. Il terzo rigassificatore, quello sulla terraferma, si trova invece a Panigaglia, in provincia di La Spezia.
Inizialmente la SNAM aveva anche valutato l’ipotesi di noleggiare la nave, ma il costo sarebbe stato di circa 50 milioni di euro all’anno. Per assicurarsela l’azienda italiana ha battuto la concorrenza di altri paesi, come la Germania e i Paesi Bassi. Di FSRU ne esistono 48 in tutto il mondo e solo 25 hanno la capacità della Golar Tundra.
Per contenere i costi, è previsto che nei prossimi mesi la SNAM lasci la Golar Tundra alla Golar Lng, che la noleggerebbe pagando un canone e utilizzandola come trasportatrice di gas naturale liquefatto per un periodo di tempo limitato, fino a che la FSRU non sarà pronta a iniziare l’attività come nave rigassificatrice nel porto di Piombino o di Ravenna. La Golar Lng inoltre affiancherà la SNAM nei lavori di installazione della nave nel porto prescelto.
La SNAM ha anche fatto sapere di essere in trattative avanzate per un’altra FSRU, più o meno per un importo economico simile.