In Colombia andranno al ballottaggio Rodolfo Hernández e Gustavo Petro
Cioè un candidato populista e quello che potrebbe diventare il primo presidente di sinistra della storia del paese
Domenica 19 giugno in Colombia si terrà il ballottaggio per le elezioni presidenziali in cui si sfideranno il progressista di sinistra con un passato da rivoluzionario Gustavo Petro e Rodolfo Hernández, un populista di destra. Al primo turno delle elezioni, per cui si è votato domenica, nessuno dei sei candidati che si erano presentati ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti necessari per essere eletto presidente: Petro ha ottenuto poco più del 40 per cento delle preferenze, mentre Hernández è arrivato al 28 per cento, superando Federico Gutiérrez, un candidato di centrodestra fermo al 24.
I risultati del primo turno sono notevoli per un paese tradizionalmente conservatore che nella sua storia non ha mai avuto un presidente di sinistra, e indicano una svolta verso il cambiamento ma anche una sconfitta per i partiti che hanno governato a lungo il paese. Il ballottaggio sarà comunque molto combattuto visto che dopo la sconfitta di domenica Gutiérrez ha dato il proprio appoggio a Hernández.
Petro in passato si era già candidato due volte alla presidenza; è leader della coalizione di sinistra Pacto Histórico. Ha 62 anni, è stato due volte senatore ed è stato sindaco di Bogotá, la capitale della Colombia; è anche un ex guerrigliero del Movimento 19 aprile (M-19), un gruppo rivoluzionario di sinistra attivo negli anni Settanta e Ottanta che nel 1990 firmò un accordo di pace con il governo e si ritirò dalla lotta armata, diventando il partito Alleanza Democratica M-19. Propone l’istruzione superiore gratuita, posti di lavoro statali garantiti per i disoccupati, la fine delle nuove esplorazioni di petrolio e gas in un paese in cui gli idrocarburi costituiscono la metà delle esportazioni e un’importante riforma fiscale per migliorare la salute pubblica. Se venisse eletto, sarebbe il primo presidente di sinistra nella storia del paese.
Hernández invece ha 77 anni ed è un ricco imprenditore attivo soprattutto nel settore immobiliare. È stato sindaco della città settentrionale di Bucaramanga e si occupa di politica da una decina d’anni, ma fino a poco prima delle elezioni era relativamente sconosciuto a livello nazionale. In questi mesi è stato paragonato all’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump per la sua retorica populista, conservatrice e anti-establishment. Al centro della propria campagna elettorale ha messo la lotta alla corruzione, benché lui stesso sia stato indagato dalla procura generale del paese con l’accusa di aver favorito un’azienda per cui lavorava il figlio nel periodo in cui era sindaco.
I risultati del primo turno delle elezioni presidenziali sono stati molto deludenti soprattutto per il centrodestra, la forza politica dell’attuale presidente Iván Duque, il cui mandato è stato segnato da forte malcontento e proteste. A ogni modo, l’elezione del prossimo presidente è osservata con grande attenzione anche perché le ultime elezioni legislative avevano mostrato uno spostamento significativo verso sinistra della politica nazionale, tradizionalmente conservatrice: per la prima volta nella storia della Colombia, che è una repubblica presidenziale, Pacto Histórico è la coalizione principale sia al Senato che alla Camera, con una rappresentanza senza precedenti nella storia recente del paese.
Le elezioni del 2018 in Colombia erano state vinte dal Centro Democratico, il partito conservatore di Duque, fondato nel 2013 dall’ex presidente Álvaro Uribe, che con Duque aveva fatto campagna elettorale per il No alla pace raggiunta nel 2016 con le FARC, il gruppo rivoluzionario di ispirazione marxista che per decenni aveva combattuto le istituzioni statali. In questi anni però Duque è stato duramente contestato per la proposta di legge sulla riforma fiscale, che ha causato ampie manifestazioni e proteste in tutto il paese, ma anche per la gestione della pandemia, che ha provocato enormi problemi economici nel paese.
I principali partiti conservatori del paese avevano sostenuto Gutiérrez, che era stato espresso dalla coalizione di centrodestra Equipo por Colombia e aveva cercato di convincere gli elettori che la sua elezione avrebbe rappresentato un forte cambiamento rispetto al centrodestra del passato. I risultati del centrodestra però sono stati un fallimento e sembrano aver mostrato la grande sfiducia dei colombiani nei confronti della politica tradizionale. Subito dopo il primo turno Gutiérrez ha annunciato il proprio appoggio a Hernández per cercare di ostacolare Petro, sostenendo che una sua eventuale elezione sarebbe «un pericolo per la democrazia, per le libertà, per l’economia».
– Leggi anche: La vittoria della sinistra in Colombia, senza precedenti