Fusako Shigenobu, fondatrice del gruppo terroristico noto come Armata Rossa giapponese, è stata liberata dopo vent’anni di carcere
Fusako Shigenobu, fondatrice del gruppo terroristico conosciuto come “Armata Rossa giapponese”, è uscita dal carcere al termine di una condanna a vent’anni ricevuta per l’assedio con ostaggi dell’ambasciata francese nei Paesi Bassi, nel 1974. Shigenobu oggi ha 76 anni e da tempo si è dissociata dalla lotta armata: uscendo dal carcere si è scusata nuovamente con le vittime degli attentati compiuti dalla sua organizzazione.
Nata a Tokyo nel 1945, entrò in clandestinità negli anni Settanta dopo essersi trasferita in Libano ed aver aderito alla causa palestinese. Da allora si diede alla lotta armata e in Libano, nel 1971, fondò l’Armata Rossa giapponese, organizzazione che si batteva per la liberazione della Palestina, contro la monarchia giapponese e in favore di una rivoluzione proletaria globale.
Tra gli anni Settanta e Ottanta il gruppo realizzò una lunga serie di attentati in tutto il mondo, tra cui dirottamenti di aerei e attacchi armati, anche in Italia. Nel 1988 fece esplodere un circolo ricreativo dell’esercito statunitense a Napoli, uccidendo cinque persone tra militari e civili nel giorno in cui, due anni prima, gli Stati Uniti avevano bombardato la Libia. Altre azioni furono condotte contro lo stato d’Israele e alcuni grandi gruppi industriali, in particolare giapponesi.
Shigenobu fu arrestata nel 2000 a Osaka, quando in molti la credevano latitante in Libano, e nel 2006 condannata a vent’anni per aver avuto un ruolo determinante nel coordinamento dell’organizzazione e in particolare nell’assedio all’ambasciata francese all’Aia nel 1974.