Cosa sappiamo sulle cause dell’incendio a Stromboli
Ha bruciato una vasta porzione di vegetazione dell'isola, e sembra essere cominciato sul set di una fiction sulla Protezione Civile
La procura di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, che ha la competenza territoriale sulle isole Eolie, ha aperto un’inchiesta per capire che cosa abbia provocato l’incendio che mercoledì ha bruciato decine di ettari di macchia mediterranea e danneggiato diversi edifici a Stromboli. Ci sono volute 24 ore di lanci di acqua con gli aerei, oltre all’attività dei vigili del fuoco, della Protezione Civile e dei volontari, per spegnere le fiamme.
Secondo le prime ricostruzioni e testimonianze, l’incendio sarebbe partito dal set di una fiction prodotta dalla società 11 marzo per la Rai, diretta dal regista Marco Pontecorvo e con protagonista Ambra Angiolini. La fiction ha per tema proprio il lavoro della Protezione Civile: la produzione era a Stromboli perché una puntata della serie è dedicata all’attività degli operatori della Protezione Civile su un’isola vulcanica. L’incendio, a causa del vento di scirocco, ha interessato tutta la montagna dal costone sopra la località di San Vincenzo fino alla zona di Scari. Salvo Cocina, direttore generale della Protezione Civile siciliana (quella vera), ha detto che l’incendio «ha distrutto quasi la metà della vegetazione dell’isola», aggiungendo che in parte «ricaccerà, in parte no».
Il procuratore facente funzioni di Barcellona Pozzo di Gotto, Giuseppe Adornato, ha confermato che sono state avviate tutte le attività previste per accertare che cosa sia accaduto, ma al momento le indagini sono solo all’inizio. Ieri Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza della Rai, ha depositato un’interrogazione in cui chiede di sapere quali siano gli accordi tra la Rai e la società 11 marzo e «se la Rai abbia già destinato alla società 11 marzo eventuali somme economiche per sostenere i costi della fiction sulla protezione civile».
La società 11 marzo ha a sua volta pubblicato un comunicato in cui esprime la propria vicinanza alla comunità dell’isola e dice che dai primi rilievi e dai dati raccolti sul luogo dell’incidente l’incendio sembra dovuto «al caso e all’imprevedibile». La produzione della fiction, nella stessa nota, ha detto che «tutti i necessari permessi e autorizzazioni erano stati richiesti e acquisiti» e che la produzione, anche se non era obbligata a farlo, «aveva richiesto e ottenuto la presenza e il supporto dei vigili del fuoco».
La stessa società 11 marzo non sembra quindi mettere in dubbio il fatto che l’incendio sia iniziato proprio sul set della fiction. Ciò su cui invece i pareri sono divergenti è se ci fossero o meno le necessarie autorizzazioni e se i vigili del fuoco dovessero essere presenti. Marco Giorgianni, sindaco di Lipari che ha giurisdizione anche su Stromboli, ha detto di non aver mai dato nessun permesso alla troupe anche se l’area in cui si stava girando la fiction non è di sua competenza, perché è una riserva naturale e quindi sotto il controllo della Guardia forestale. Ha detto il sindaco parlando con la Stampa: «L’amministrazione, come sempre fa per la promozione del territorio, ha concesso l’autorizzazione ad attività per fare la promozione del territorio quindi l’accesso sopra i 400 metri con deroga ad alcune ordinanze, il diritto alla ripresa e autorizzazioni simili». Il sindaco ha anche ricordato che è in vigore un’ordinanza che vieta di accendere il fuoco nelle giornate ventose e negli interi periodi in cui ci sono venti di scirocco.
Salvo Cantale, responsabile emergenza dei Vigili del fuoco della Regione siciliana che è a Stromboli per coordinare gli interventi, ha detto ai giornalisti presenti sull’isola che nella sceneggiatura inviata dalla produzione non era segnalato che avrebbero appiccato un piccolo fuoco durante le riprese: «Invece non so chi poi ha pensato di farlo forse perché rassicurato dalla nostra presenza, ma il forte vento di scirocco ha fatto divampare l’incendio».
È in corso insomma un’attribuzione reciproca di colpe e responsabilità, e di difesa del proprio lavoro, attraverso i comunicati stampa. Un altro è arrivato dal comando generale dei Vigili del fuoco, che ha specificato «che il personale inviato per la relativa assistenza non era sul luogo delle riprese in quanto non era ancora stato dato il nulla osta all’inizio delle attività. Pertanto, ogni operazione eventualmente eseguita, sulla quale sono in corso accertamenti, non era autorizzata in assenza della squadra dei vigili del fuoco». La Rai ha spiegato a sua volta in una nota «di non avere alcuna responsabilità nella produzione esecutiva della serie Protezione civile nell’isola di Stromboli. L’attività non vede impegnati personale e mezzi dell’Azienda. La produzione esecutiva della serie televisiva viene organizzata e realizzata, in modo indipendente dalla Rai, dalla società “11 marzo”».
I cittadini di Stromboli, dopo aver visto quello che stava accadendo, si sono divisi in una ventina di gruppi di 15 persone ciascuno, che hanno salvato le case bruciando la vegetazione intorno ai giardini e poi bagnandoli in modo non potesse bruciare più nulla. Alcune abitazioni però sono state danneggiate, il fuoco ha bruciato alcuni tetti, è stato colpito anche l’osservatorio vulcanologico. Secondo le testimonianze il vento ha girato prima da un lato poi dall’altro, bruciando la vegetazione fino a Scari.
Ha commentato Carlo Lanza, proprietario della pizzeria La Lampara parlando con il Fatto Quotidiano: «Con lo scirocco non si appiccano fuochi neanche in un giardino, farlo in montagna è davvero da incosciente». Alcuni abitanti di Stromboli sostengono che se sul set ci fosse stato qualche isolano o almeno qualcuno esperto di venti e rischi connessi al fuoco non sarebbe mai stato appiccato nemmeno un piccolo incendio. «Neanche il vulcano aveva mai provocato danni di questo genere», ha detto ancora Lanza, «c’è voluta una fiction».
Parlando con il Corriere della Sera Rosa Oliva, presidente della Pro Loco Amo Stromboli, ha detto che ciò che è accaduto «ha evidenziato ancora una volta lo stato di abbandono ed incuria in cui versa il territorio dell’isola. Non esistono valide linee tagliafuoco, i sentieri non vengono mantenuti in agibilità, tranne in pochi casi». Inoltre, secondo la responsabile della Pro Loco, il Corpo Forestale della regione che si deve occupare della sicurezza delle aree boschive non ha un organico sufficiente per garantire i primi interventi necessari in caso di allarme.