Cosa servire ai presidenti americani in Giappone
Il cibo è una componente importantissima della proverbiale accoglienza giapponese, ma accontentare tutti i palati non è semplice
La speciale accoglienza riservata ai presidenti degli Stati Uniti durante le loro visite in Giappone (“omotenashi” è la parola con cui si indica la cultura dell’ospitalità giapponese) non riguarda solo le cerimonie e le visite ufficiali orientate a rafforzare il legame tra i due paesi, ma passa anche attraverso il cibo. Durante la recente visita di Joe Biden nel paese, le autorità giapponesi si sono sforzate per proporre un menù che combinasse la cucina tradizionale locale ai gusti del presidente statunitense, che per esempio si sa essere ghiotto di gelato. Il cibo è importantissimo nella cultura giapponese, e praticamente da sempre gli viene data grande attenzione durante le visite dei capi di stato americani: a volte con successo, a volte con qualche notevole variazione rispetto ai piatti della cucina tipica.
L’attuale primo ministro giapponese Fumio Kishida avrebbe voluto portare Biden in un ristorante che serve il tipico okonomiyaki, una specie di pancake salato impastato con uova, frumento e striscioline di verza, che è uno dei cibi di strada più diffusi nel paese. Secondo il giornale Asahi Shimbun Kishida aveva pensato all’okonomiyaki perché è uno dei suoi preferiti ed è tipico della prefettura di Hiroshima, da cui proviene la sua famiglia. Per motivi di sicurezza, però, per la cena del 23 maggio con Biden si è preferito optare per un ristorante tradizionale di Tokyo, Happo-en, dove sono stati serviti tra gli altri un piatto di salmone con salsa a base di yuzu (un tipico agrume), aragosta con germogli di bambù e poi un «gelato speciale», per accontentarlo.
A livello culinario sembrò andare bene anche la visita di Barack Obama, che nel 2014 cenò assieme all’allora primo ministro Shinzo Abe da Sukiyabashi Jiro, considerato uno dei migliori ristoranti di sushi del mondo.
Obama e Abe cenarono seduti uno accanto all’altro attorno al bancone del piccolo ristorante, in una visita che sembrò del tutto informale (nessuno dei due indossava la cravatta) di circa un’ora e mezza. Sembra che Obama non fosse riuscito a mangiare tutte e 20 le portate previste: dal ristorante però fecero sapere che gli era piaciuto tutto, in particolare il piatto con la parte più pregiata del tonno, la ventresca (chūtoro). Obama avrebbe anche detto per tre volte che quello che gli era stato servito era «il miglior sushi» che avesse mai assaggiato.
Durante una visita in Giappone Jimmy Carter, presidente dal 1977 al 1981, andò con la propria famiglia in un locale che serviva spiedini di pollo (yakitori) a Roppongi, nel sud di Tokyo, mentre qualche anno più tardi Ronald Reagan e la moglie Nancy cenarono nel cottage dell’allora primo ministro Yasuhiro Nakasone di Hinode, a ovest della città. Nel corso della cena, mangiarono sashimi e manzo di Kobe, e Nakasone preparò e servì loro il tè e il sakè, la tipica bevanda alcolica giapponese.
Andò un po’ peggio la visita in Giappone di George H. W. Bush, che l’8 gennaio del 1992 vomitò e svenne addosso al primo ministro giapponese Kiichi Miyazawa durante un ricevimento nella residenza ufficiale del capo del governo a Tokyo. Il momento in cui Bush vomitò fu raccontato moltissimo e portò i giapponesi a inventare un nuovo termine per indicare esattamente quella cosa lì: “Bushu-suru”, letteralmente “fare la cosa che ha fatto Bush”. L’incidente tuttavia fu attribuito a problemi gastrointestinali, e non al cibo servito durante la cena.
Qualche anno più tardi, nel febbraio del 2002, il primo ministro Junichiro Koizumi decise di saltare la cena formale e di portare George W. Bush – figlio di George H. W. Bush – e la first lady Laura Bush in una delle tipiche taverne giapponesi (izakaya).
Parlando di menù non propriamente tradizionali, uno di quelli che fece più discutere fu servito durante la prima visita giapponese del presidente Donald Trump, nel novembre del 2017: un americanissimo hamburger fatto con carne di manzo statunitense con patatine fritte, Coca-Cola, ketchup e senape Heinz prima di una partita di golf assieme al primo ministro Abe poco fuori Tokyo.
Trump, un noto appassionato di junk food – il cosiddetto “cibo spazzatura”, quello dei fast food – mangiò anche bistecca e altri piatti a base di carne in un ristorante tipico assieme alla first lady Melania. Due anni più tardi fu fotografato sempre assieme a Melania, ad Abe e alla moglie Akie in un ristorante tipico di Tokyo in cui i piatti venivano serviti attraverso una specie di lunga pala, visibilmente accigliato. Il Munch’s Burger Shack, il locale in cui aveva mangiato il famoso panino, cominciò peraltro a farsi pubblicità proponendo il menù che Trump aveva ordinato nel 2017.
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