I ritardi della polizia nel fermare la strage in Texas
Secondo le ricostruzioni ufficiali, gli agenti hanno impiegato quasi un’ora prima di intervenire per fermare Salvador Ramos
Nella serata di giovedì 26 maggio i media e le autorità statunitensi hanno diffuso nuovi dettagli sullo svolgimento della strage compiuta martedì in una scuola elementare di Uvalde, in Texas, in cui sono stati uccisi 19 bambini e 2 insegnanti. Oltre a maggiori informazioni sull’autore della strage, il diciottenne Salvador Ramos, sono state fornite anche informazioni su come la polizia ha agito mentre la strage era in corso, che hanno provocato accuse di ritardi e cattiva gestione della situazione.
Le prime informazioni dettagliate sulle azioni della polizia erano state comunicate mercoledì dalle autorità texane: in particolare, avevano detto che da quando Ramos era entrato nella scuola a quando la polizia vi aveva fatto irruzione e ucciso Ramos erano passati tra i 40 minuti e un’ora. Alcuni avevano giudicato questo lasso di tempo troppo lungo e avevano accusato la polizia di non essere intervenuta tempestivamente per impedire la strage.
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Giovedì, durante una conferenza stampa, uno dei responsabili del Dipartimento della pubblica sicurezza del Texas, Victor Escalon, ha fornito nuovi dettagli e una scansione dei tempi più precisa sulle azioni di Ramos. Secondo la ricostruzione della polizia, Ramos aveva prima sparato alla propria nonna nella mattina di martedì, in seguito aveva preso la sua automobile e l’aveva lasciata in un fosso nelle vicinanze della scuola elementare alle 11:28.
Aveva poi sparato contro alcune persone che stavano uscendo da un’agenzia di pompe funebri dal lato opposto della strada, circostanza che aveva portato alle prime telefonate alla polizia nelle quali si segnalava una persona armata nei pressi della scuola. Intorno alle 11:30 Ramos aveva scavalcato la rete che delimita il perimetro della scuola e aveva iniziato a sparare. Solo una decina di minuti dopo era entrato nell’edificio, senza che nessuno lo fermasse.
Escalon ha detto che la polizia era arrivata alle 11:44 e che aveva iniziato a confrontarsi con Ramos, che intanto era entrato e si era chiuso nell’aula in cui aveva ucciso gli alunni e gli insegnanti. Un’ora dopo, alle 12:40, una squadra di agenti speciali era entrata nella scuola, aveva raggiunto l’aula e infine ucciso Ramos. Nel frattempo, altri agenti della polizia avevano coordinato l’evacuazione degli alunni dalle altre classi.
In precedenza le ricostruzioni pubblicate da alcuni giornali avevano detto che, prima di entrare nella scuola, Ramos avesse incontrato due guardie armate che si trovavano fuori dall’edificio con le quali avrebbe avuto uno scontro a fuoco. Escalon ha smentito questa circostanza, confermando che Ramos era stato in grado di entrare nella scuola senza essere fermato, ma non ha fornito altri dettagli su questa circostanza, aggiungendo che le indagini sono ancora in corso.
Secondo la ricostruzione ufficiale, quindi, per quasi un’ora la polizia non sarebbe intervenuta all’interno dell’edificio per confrontarsi direttamente con Ramos. Esperti e manuali sulle attività di intervento in questi casi definiscono essenziale il rapido intervento della polizia, proprio per evitare che una o più persone armate possano condurre stragi. Viene indicato di formare da subito un gruppo di intervento con i primi agenti sul posto, senza attendere l’arrivo di altre squadre specializzate, perché si potrebbe perdere tempo prezioso.
I nuovi dettagli hanno portato a nuove accuse nei confronti della polizia, già alimentate da varie testimonianze di ciò che era accaduto fuori dalla scuola mentre era in corso la strage. Alcune persone, tra cui i genitori degli alunni, avevano accusato i poliziotti di avere atteso troppo per entrare nella scuola e interrompere la sparatoria. Alcune di queste persone si erano proposte di entrare loro stesse ma erano state bloccate dalla polizia, che aveva circondato la zona.
Tra le altre cose, secondo alcuni media locali i poliziotti non sarebbero riusciti a forzare la porta della classe in cui Ramos era barricato, e se la sarebbero fatta aprire da un dipendente della scuola che aveva la chiave. «Non erano preparati», ha detto dei poliziotti Javier Cazares, il padre di una delle bambine uccise da Ramos.
Ovviamente, i video e le testimonianze raccolte in questi giorni non possono essere considerati una rappresentazione completa di quello che è successo, perché ci sono elementi delle operazioni della polizia a Uvalde che ancora non si conoscono.
Il tenente Christopher Olivarez, del dipartimento di Sicurezza del Texas, ha per ora respinto ogni accusa mossa alla polizia e ha detto che le forze dell’ordine hanno agito tempestivamente e rispettando tutti i protocolli per operazioni di emergenza come questa.
Le polemiche attorno alle attività della polizia sono rilevanti anche perché si inseriscono nel dibattito sulle armi negli Stati Uniti e sulla loro relazione con le stragi nelle scuole. Una delle tesi di chi sostiene che la regolamentazione delle armi debba essere il più lasca possibile, per esempio, è che il modo migliore per contrastare un assalitore armato sia essere ugualmente armati. È per questo che dopo la strage in Texas alcuni Repubblicani hanno sostenuto che bisognerebbe dare la possibilità agli insegnanti di avere un’arma in classe, in modo da essere i primi a difendere gli alunni da eventuali sparatori come Ramos.
Le critiche verso la polizia potrebbero dare argomenti a chi sostiene che l’unico modo per contrastare eventi come quello del Texas sia regolamentare più severamente la vendita e la diffusione di armi.
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