Forza Italia è in difficoltà per le posizioni di Berlusconi sulla Russia
Mariastella Gelmini ha parlato di «ambiguità», poi ha detto a Salvini di non intromettersi con i loro affari di partito
Da alcuni giorni c’è una certa agitazione all’interno di Forza Italia dopo un paio di dichiarazioni del leader di partito Silvio Berlusconi riguardo alla guerra in Ucraina. Alcuni dirigenti, e in particolare la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini, hanno criticato piuttosto esplicitamente Berlusconi per non aver preso sufficientemente le distanze dal presidente russo Vladimir Putin, suo storico amico e alleato negli anni alla presidenza del Consiglio. È stata una manifestazione di dissenso insolita dentro a Forza Italia, di solito allineatissima a Berlusconi, e ha avuto conseguenze nel partito e nella coalizione del centrodestra.
In difesa di Berlusconi e delle sue recenti dichiarazioni è infatti intervenuto Matteo Salvini, leader della Lega, che ha invitato la ministra «a contare fino a cinque» prima di criticare l’ex presidente del Consiglio. È stato interpretato da molti come un posizionamento in relazione a un’ipotesi di cui si discute da un po’: una fusione tra Lega e Forza Italia per provare a contenere l’ascesa di Giorgia Meloni, che alla guida di Fratelli d’Italia sembra avviata a diventare la nuova leader della coalizione. Gelmini comunque non ha apprezzato l’intervento di Salvini e ha risposto alludendo proprio alla presunta fusione, ricordandogli che almeno per ora Forza Italia e Lega sono due partiti autonomi:
«Invito il segretario della Lega, Matteo Salvini, a rispettare il dibattito interno ad un partito che – per il momento – non è il suo. Ho posto in Forza Italia un tema di linea politica su una posizione che comprendo bene non sia quella di Salvini, ma che riguarda la collocazione europeista ed atlantista di Forza Italia. Un problema che evidentemente esiste, visto che per due volte il partito è dovuto intervenire a chiarire, a prescindere da me».
L’ultima dichiarazione di Berlusconi giudicata controversa da alcuni dirigenti del suo partito è arrivata nel corso di una convention di Forza Italia a Napoli, dove aveva parlato della guerra criticando le sanzioni imposte alla Russia dai paesi occidentali, e dicendo che inviare armi all’Ucraina «significa essere cobelligeranti, essere anche noi in guerra». Aveva aggiunto che «se dovessimo inviare armi, sarebbe meglio non farne tanta pubblicità», per poter lavorare a un cessate il fuoco e all’avvio di trattative di pace con la Russia. Pochi giorni prima aveva detto che il presidente statunitense Joe Biden stava ostacolando le trattative dando a Putin del criminale di guerra e auspicando la sua rimozione dal potere.
Gelmini, che non era a Napoli per altri impegni, aveva risposto il giorno dopo a Berlusconi dicendo che «l’Italia non può essere il ventre molle dell’Occidente e soprattutto non può diventarlo per responsabilità di Forza Italia: le parole di Berlusconi di ieri purtroppo non smentiscono le nostre ambiguità». Delle ambiguità a cui si riferisce Gelmini comunque si parla da tempo, fin da quando per un paio settimane dopo l’inizio della guerra Berlusconi aveva evitato di condannare l’invasione russa in Ucraina, evitando sempre di attribuirne in modo esplicito la responsabilità a Putin.
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