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  • Sabato 21 maggio 2022

Una partita che anticipa il futuro del calcio?

Stasera, nella finale di Champions League femminile a Torino, si incontrano due squadre che hanno saputo ottenere risultati e seguiti senza precedenti

di Pietro Cabrio

Tifose del Barcellona prima della semifinale di Champions League contro il Wolfsburg (David Ramos/Getty Images)
Tifose del Barcellona prima della semifinale di Champions League contro il Wolfsburg (David Ramos/Getty Images)
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In Europa ci sono due posti in particolare che fin qui hanno fatto da traino al movimento calcistico femminile ad alti livelli. Lione prima e Barcellona poi hanno dato un’anticipazione di come potrebbe essere il calcio — tutto il calcio — nei prossimi anni, riuscendo a creare attorno alle loro squadre femminili lo stesso entusiasmo e a tratti lo stesso seguito di quelle maschili.

Lo hanno fatto investendoci molto e mettendole sullo stesso piano, con risultati sempre più evidenti. Il Lione, che su intuizione del suo presidente iniziò a farlo prima di tante altre, grazie anche alla radicata tradizione del calcio femminile francese, è considerata la prima grande squadra femminile di livello internazionale. Il Barcellona ci è arrivato dopo, ma potendo contare sui mezzi e sulla popolarità di uno dei club più famosi al mondo, è cresciuto rapidamente in pochi anni, come ha detto di recente Asisat Oshoala, centrocampista nigeriana: «Abbiamo tanti tifosi allo stadio, vendiamo più maglie e abbiamo più spettatori in televisione. Il calcio femminile è il futuro e tutti dovremmo abituarci».

Sabato sera, all’Allianz Stadium di Torino, queste due squadre si incontreranno nella finale di Champions League, che per forza di cose è una delle più attese nella storia di un torneo che si disputa da vent’anni. Nello stadio della Juventus ci saranno oltre 30mila spettatori, ma ci sono ancora dei biglietti in vendita: se alla fine dovessero essere più di 39.027 diventerà la partita femminile con più spettatori mai giocata in Italia.

I 91.648 spettatori del Camp Nou per Barcellona-Wolfsburg (David Ramos/Getty Images)

Lione e Barcellona si sono spartiti gli ultimi sei titoli della Champions League. I prime cinque di questi, però, sono stati vinti dal Lione. Considerando anche i 14 campionati francesi vinti consecutivamente dal 2007 al 2020, quello del Lione è stato uno dei domini più schiaccianti nello sport professionistico degli ultimi anni.

La storia di questi successi nacque dalla lungimiranza del presidente e proprietario Jean-Michel Aulas, che all’inizio degli anni Duemila, dopo aver portato la squadra maschile dalla mediocrità al primo posto in Francia, ebbe l’intuizione di “assorbire” la squadra femminile del luogo, anticipando di almeno un decennio tanti altri grandi club europei.

Le giocatrici del Lione hanno sempre usato le stesse strutture dei maschi, dai campi di allenamento al nuovo stadio da 60.000 posti per le partite più importanti. Entrambe le squadre rappresentano la città allo stesso modo, viaggiano con gli stessi mezzi e vengono retribuite in modo paritario: tutte cose per nulla scontate.

Dopo essersi trasferita a Lione da Manchester, l’inglese Lucy Bronze disse: «La prima volta che giocai contro di loro pensai che fossero completamente di un altro livello. Lo stadio grande, un pubblico enorme, giocatrici fortissime. È per questo che non si può dirgli di no». Nel Lione hanno giocato e giocano tuttora le calciatrici più importanti della nazionale francese, ma anche le tre calciatrici statunitensi più famose — Hope Solo, Megan Rapinoe e Alex Morgan — e il primo Pallone d’Oro femminile di sempre, la norvegese Ada Hegerberg.

Damaris Egurrola e Daniëlle van de Donk in questa stagione con il Lione (Gunnar Hoffsten/Getty Images)

Nella finale di Champions del 2018 il Lione incontrò proprio il Barcellona, che superò senza tanti problemi vincendo 4-1. La finale di sabato sarà con ogni probabilità molto più combattuta, perché nel frattempo il Barcellona ha raggiunto più o meno lo stesso livello delle francesi. La squadra catalana, per cui gioca l’ultimo Pallone d’Oro Alexia Putellas, ha appena concluso una stagione perfetta in Spagna, vincendo tutte e trenta le partite di campionato disputate.

Oltre ai risultati, la squadra ha fatto parlare di sé per il seguito che ha attirato. A metà aprile 91.648 persone sono andate al Camp Nou per vedere il Barcellona femminile battere 5-1 il Wolfsburg nell’andata delle semifinali di Champions League. Quel giorno è stato stabilito il nuovo record di pubblico per una partita femminile, visto che sono stati superati i 91.553 che meno di un mese prima, sempre a Barcellona, erano andati a vedere la loro squadra eliminare il Real Madrid.

Normalmente il Barcellona femminile non gioca al Camp Nou e non attira nemmeno così tanto pubblico. Le due partite contro Wolfsburg e Real Madrid erano state precedute da lunghe campagne promozionali e i biglietti erano stati messi in vendita mesi prima. I tifosi però hanno risposto in massa, per due volte, e l’impressione è che continueranno a farlo ogni volta che ce ne sarà occasione.

In questa stagione, a Barcellona più che a Lione, si è forse vista l’anticipazione di uno dei più grandi cambiamenti in arrivo nel mondo del calcio. Lì le donne stanno vincendo tutto il possibile, mentre gli uomini continuano a essere in grande difficoltà. In una stagione che quindi è stata negativa per una squadra, i tifosi del Barcellona hanno potuto vederne un’altra vincere, con lo stesso entusiasmo e la stessa partecipazione.

Il pubblico del Camp Nou per il Barcellona femminile (David Ramos/Getty Images)

Da alcuni anni anche in altre città europee le squadre femminili riescono ad attirare folle sempre più numerose. Prima della pandemia succedeva a Lione, era successo a Madrid, dove nel marzo del 2019 in 60.739 erano andati a vedere giocare l’Atletico, e qualche settimana fa è successo anche a Parigi, dove in 40mila sono andati a vedere il PSG in Champions League. Lo scorso fine settimana, invece, i 49.094 spettatori di Wembley per la finale di FA Cup tra Chelsea e Manchester City hanno stabilito un nuovo record per la competizione.

In Italia non si sono ancora raggiunti quei livelli, ma solo perché abbiamo iniziato dopo e ci sono state meno occasioni. Prima che la pandemia interrompesse lo slancio dato dai Mondiali del 2019, i numeri erano in grande crescita, come dimostrarono i 39.027 spettatori di Juventus-Fiorentina del 2019, attuale record di pubblico in Italia.

Ora che le restrizioni sono state eliminate ci saranno subito molte occasioni per riprendere da lì. A luglio la Nazionale giocherà gli Europei in Inghilterra, dove può sperare di giocarsela fino in fondo, e a settembre potrà qualificarsi ai Mondiali del 2023. Dalla prossima stagione, inoltre, la Serie A femminile diventerà un campionato professionistico e per la prima volta in Italia ci saranno delle atlete professioniste, le calciatrici.

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La finale di Champions League femminile si potrà vedere sia sulla piattaforma online di Dazn, disponibile su abbonamento, sia in chiaro sul suo canale YouTube, dove in questa stagione ha trasmesso tutte e 61 le partite del torneo, dalla fase a gironi alla finale.

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