Una canzone di David Bowie
Da una delle sue mille vite
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui.
C’è una canzone nuova, non male, vintage, di Angel Olsen , riverita cantautrice americana. Il 3 giugno esce il disco.
E c’è anche una canzone nuova degli Interpol, rock band newyorkese di gran culto (e cospicuo successo all’inizio del millennio), una ballatona, non male neanche lei.
Quasi vent’anni fa, quando scrivevo di canzoni e di dischi un po’ di qua e di là, avevo anche una rubrica di personali e disordinate segnalazioni di dischi nuovi sul Foglio: oggi cercando una cosa ho trovato questa bellissima citazione di chissà chi che avevo usato a proposito del disco dei National del 2003, “quelli che conoscono la vita, i guai dell’amore e le cose che rendono l’una e gli altri degni di essere vissuti, capiranno”.
Oggi compie 60 anni Sandra , che cito visto che siamo ancora in strascichi di eurotrash, non senza il massimo rispetto per la catasta di dischi che vendette con delle cose tremende e per quel pezzo degli Enigma che spopolò anche lui, che avevamo citato qualche giorno fa (lei era quella che diceva “Sade, dis-moi”).
Invece un anno fa è morto Franco Battiato .
Fall dog bombs the moon
David Bowie
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È tutto l’andamento, trascinante senza essere forsennato: ma soprattutto il modo in cui entra il ritornello, con quella specie di rincorsa, sospensione, e salto dal trampolino.
Fall Dog is cruel and smart
Smart time breaks the heart
Fall Dog bombs the moon
La prima canzone di Bowie di questa newsletter la pesco persino da un suo disco del 2003, una delle sue mille vite: l’anno prima era tornato credibilmente in circolazione dopo un periodo meno convincente, e dopo non avrebbe fatto dischi per dieci anni. La canzone parla con sprezzo e insofferenza – lo hanno spiegato in momenti successivi Bowie stesso e altri coinvolti nel disco – della politica americana di allora, di George W. Bush, di Dick Cheney, e dei “tempi più neri” che erano.
Ma è soprattutto un gran pezzo rocchenròll, e per giunta con Bowie dentro, nel 2003. Sulle sue altre vite, prima e dopo, torneremo.
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