La Turchia ha bloccato il primo passaggio per l’adesione di Finlandia e Svezia alla NATO
Mercoledì la Turchia ha bloccato un passaggio preliminare per permettere a Finlandia e Svezia di aderire alla NATO, hanno scritto vari giornali internazionali tra cui il Financial Times e il New York Times citando fonti interne a conoscenza dei fatti. Mercoledì si sono riuniti gli ambasciatori presso la NATO di tutti i paesi membri, con l’intenzione di votare per dare inizio ufficiale alle trattative per l’ingresso di Finlandia e Svezia. Ma l’ambasciatore turco ha impedito che il voto si tenesse, bloccando di fatto la prima fase per il procedimento di entrata nell’alleanza.
Per consentire l’ingresso nella NATO di un nuovo paese (e più in generale anche per approvare passaggi preliminari come quello appena bloccato dalla Turchia) è necessario il consenso unanime di tutti e 30 i paesi membri.
Ma la Turchia si sta opponendo da giorni all’ingresso nell’Alleanza atlantica dei due paesi scandinavi, principalmente per due motivi: il primo, e più importante, riguarda il fatto che la Svezia avrebbe fornito rifugio a vari membri dell’organizzazione curda PKK, che la Turchia, gli Stati Uniti e l’Unione Europea (dunque anche la Svezia) considerano terroristica, benché questa definizione sia controversa e contestata. A questo si aggiunge il fatto che, a partire dal 2016, la Svezia ha accolto vari esponenti dell’organizzazione politica di Fethullah Gülen, che Erdogan considera responsabile del progetto di colpo di stato ai suoi danni.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, parlando mercoledì durante un discorso in parlamento, ha detto che Svezia e Finlandia si sarebbero rifiutati di estradare 30 persone accusate di terrorismo in Turchia. «Abbiamo chiesto 30 terroristi. Hanno detto: “Non ve li diamo”. Non vogliono consegnare i terroristi, ma vogliono unirsi alla NATO».
Come ha scritto il giornale tedesco DW, il fatto che il voto degli ambasciatori sia stato bloccato è un segnale chiaro che le trattative tra Turchia, Finlandia e Svezia dovranno essere fatte a un livello più alto, cioè tra capi di stato e di governo, o quanto meno tra i ministri competenti. Soltanto dopo aver trovato un accordo tra i governi si potrà eventualmente tenere il voto previsto oggi, e cominciare il procedimento d’ingresso dei due paesi.