L’ex sindaca di Torino Chiara Appendino è stata assolta in appello per falso ideologico in atto pubblico

(ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)
(ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)

L’ex sindaca di Torino Chiara Appendino è stata assolta in appello per falso ideologico in atto pubblico in merito a un debito non conteggiato in un bilancio comunale. In primo grado, nel settembre del 2020, era stata condannata a sei mesi (con sospensione condizionale della pena).

Era accusata, insieme al suo ex capo di gabinetto Paolo Giordana, di essere responsabile di non aver segnalato un debito nel bilancio comunale del 2016. Giordana in primo grado era stato condannato a otto mesi, e in appello è stato assolto anche lui. È stato assolto anche l’ex assessore al Bilancio Sergio Rolando, che in primo grado era stato condannato a sei mesi. Le motivazioni delle assoluzioni non sono state ancora comunicate.

Le indagini erano state avviate nel luglio del 2017 dopo un esposto presentato da una lista civica e dal Partito Democratico, cui aveva fatto seguito una denuncia del Collegio dei revisori dei conti del comune. La vicenda giudiziaria era legata all’ex area industriale Westinghouse, poco distante dal centro della città e per la quale c’è un progetto di rinnovamento, con la costruzione di un centro congressi. Nel 2012 una partecipata di Fondazione CRT, Ream, acquisì i diritti di prelazione e versò al comune una caparra di 5 milioni di euro. Negli anni seguenti si decise di affidare il progetto ad altri, quindi il comune avrebbe dovuto restituire i 5 milioni a Ream, ma la somma non fu mai né versata né segnalata nel bilancio.