In Svizzera è stata approvata con un referendum una misura per facilitare la donazione di organi
Domenica, in Svizzera, in un referendum il 60 per cento dei votanti ha approvato una modifica della legge esistente sulla donazione di organi, in modo da considerare potenziali donatori tutti coloro che non si siano dichiarati contrari quando erano in vita.
La legge attuale, simile a quella italiana, prevede invece che possa donare solo chi ha dato il proprio esplicito consenso: in mancanza di dichiarazioni, il prelievo di organi è possibile solo con l’assenso dei parenti più stretti. In molti casi i parenti si dicono contrari, il che impedisce di poter usare organi in buone condizioni per trapianti che possono salvare altre vite. In Svizzera come altrove le liste d’attesa per le donazioni sono lunghissime e nel 2021, secondo l’organizzazione Swisstransplant, sono morte 72 persone che aspettavano un trapianto.
La nuova legge sarà simile a quella di altri paesi europei e si baserà sul “consenso presunto” anziché su quello esplicito. Come prevede la legge attuale potranno donare le persone che hanno più di 16 anni morte in un reparto di terapia intensiva, quindi in un contesto sorvegliato da personale medico. La nuova legge prevede comunque un confronto coi parenti della persona morta che non abbia rilasciato dichiarazioni, che possono opporsi nel caso in cui ritengano che sarebbe stata contraria alla donazione dei propri organi.
In Italia, per essere considerati potenziali donatori di organi, bisogna dichiarare esplicitamente il proprio consenso e lo si può fare in vari modi: all’anagrafe, alla propria ASL locale di riferimento, compilando un modulo AIDO, l’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, oppure la documentazione fornita dal ministero della Salute (nel caso del tesserino blu va stampata e conservata tra i propri documenti personali). Si può anche lasciare una dichiarazione scritta e firmata.
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