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  • Lunedì 16 maggio 2022

Cosa sappiamo della strage a Buffalo

È stata compiuta da un 18enne che voleva colpire persone afroamericane e che sembra fosse ossessionato da una teoria complottista diffusa nell'estrema destra americana

(AP Photo/Matt Rourke)
(AP Photo/Matt Rourke)
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Sabato pomeriggio a Buffalo, nello stato di New York, negli Stati Uniti, un ragazzo di 18 anni ha sparato contro un gruppo di persone in un supermercato frequentato soprattutto da afroamericani. Nella strage, durata pochi minuti, sono state uccise 10 persone, e altre tre sono state ferite. L’attacco era stato premeditato: il ragazzo, Payton S. Gendron, lo ha trasmesso in streaming su una popolare piattaforma video e ha lasciato dietro di sé un testo pieno di stereotipi razzisti contro gli afroamericani.

La strage di sabato è stata quella col numero più alto di morti dall’inizio dell’anno negli Stati Uniti. Il New York Times ha scritto che «ha attirato tristi paragoni con una serie di altre stragi motivate dal razzismo», fra cui l’uccisione di 9 afroamericani nella chiesa di Charleston, in South Carolina, nel 2015, o l’attacco al Walmart di El Paso, in Texas, nel 2019, in cui più di venti persone furono uccise da un uomo che disse di avere come obiettivo le persone di origine ispanica.

Gendron, che vive a Conklin (stato di New York), ha guidato per più di 300 chilometri prima di arrivare a Buffalo e iniziare a sparare con un fucile d’assalto nel parcheggio del supermercato Tops. Nel testo che ha lasciato, Gendron ha raccontato di avere individuato Tops come un posto frequentato soprattutto da afroamericani, e di averlo scelto per questa ragione.

Nel parcheggio del supermercato, Gendron ha sparato a quattro persone, uccidendone tre. Poi ha sparato e ucciso la guardia di sicurezza del supermercato, un poliziotto in pensione della polizia di Buffalo, e successivamente ha preso di mira sia il personale sia i clienti del supermercato. Associated Press ha scritto che a un certo punto Gendron ha puntato il fucile contro una persona bianca che si stava nascondendo dietro a un bancone: poi però ha gridato «scusa!» e ha rivolto altrove la sua attenzione.

«Questa persona è venuta qui con l’obiettivo esplicito di uccidere il numero più alto possibile di neri», ha detto il sindaco di Buffalo Byron Brown, anche lui noto frequentatore del supermercato Tops. Sulle tredici persone colpite, undici erano afroamericane e due erano bianche.

Un memoriale improvvisato per le persone uccise nel parcheggio del Tops di Buffalo (AP Photo/Matt Rourke)

La strage si è conclusa quando la polizia di Buffalo è arrivata sul posto: Gendron ha smesso di sparare e si è puntato un’arma al collo minacciando di uccidersi, ma poi è stato convinto ad arrendersi da due poliziotti. In una prima udienza davanti a un tribunale di Buffalo, sabato sera, Gendron si è dichiarato non colpevole del reato di omicidio volontario. Il capo della polizia di Buffalo, Joseph A. Gramaglia, ha detto che stando alle prime conversazioni con Gendron sembra che dopo Tops volesse colpire un altro supermercato.

Nelle ore successive alla strage, le attenzioni della polizia e dei giornali si sono concentrate sul testo di circa 180 pagine lasciato da Gendron, che secondo il Washington Post «lascia pochi dubbi sul fatto che Gendron appartenga a una fraternità globale di persone ossessionate dall’idea che i bianchi stiano venendo intenzionalmente sostituiti». È la cosiddetta teoria complottista della sostituzione etnica, molto cara all’estrema destra sia negli Stati Uniti sia in Europa, secondo cui esisterebbe un complotto globale di governi e multinazionali contro i bianchi: teoria che ovviamente non ha alcun fondamento.

Nel suo testo Gendron si dice preoccupato del basso tasso di natalità delle persone occidentali e di un presunto «genocidio degli europei» attualmente in corso. Il think tank svedese Khalifa Ihler Institute ha scoperto che circa il 28 per cento del documento è stato copiato da un testo diffuso da Brenton Tarrant, responsabile dell’attentato alle due moschee di Christchurch, in Nuova Zelanda, in cui nel 2019 furono uccise più di 50 persone.

Nelle ultime ore è emerso che nell’estate del 2021 Gendron era stato brevemente indagato per avere minacciato di compiere una sparatoria nel suo liceo, il Susquehanna High School di Conklin. Un portavoce della polizia dello stato di New York ha detto che ai tempi Gendron fu arrestato e portato in ospedale per una valutazione psichiatrica. Dopo due giorni fu rilasciato senza essere incriminato di alcun reato. Una fonte che si sta occupando del caso ha detto al New York Times che ai tempi Gendron si giustificò dicendo che si trattava di uno scherzo.

Le leggi federali statunitensi proibiscono a una persona di possedere legalmente un’arma da fuoco in casi di seri disturbi mentali, ma Gendron non è mai stato oggetto di un divieto del genere: l’arma usata per compiere la strage era stata acquistata legalmente, hanno scritto diversi giornali statunitensi.