In NBA sono rimaste in quattro
Golden State Warriors, Dallas Mavericks, Miami Heat e Boston Celtics sono alle finali di Conference, e chiunque vincerà sarà un campione diverso dagli ultimi tre
Nel fine settimana si sono decise le quattro squadre semifinaliste dei playoff della NBA, che a partire da domani notte si giocheranno l’accesso alle finali di giugno. Sono Golden State Warriors e Dallas Mavericks a Ovest, Miami Heat e Boston Celtics a Est. Dagli esiti del turno precedente, però, la notizia principale è che le due finaliste dell’anno scorso, i Milwaukee Bucks campioni in carica e i Phoenix Suns, sono state eliminate, entrambe in gara-7, con due sconfitte pesanti.
Domenica i Bucks sono stati battuti 109-81 da Boston. Contro la miglior squadra del campionato da alcuni mesi a questa parte, i campioni in carica erano riusciti a portare la serie alla settima gara, ma lì sono crollati, complice l’assenza di Khris Middleton, fondamentale nella vittoria del titolo lo scorso anno, e l’evidente affaticamento di Giannis Antetokounmpo, in difficoltà ad affrontare in solitaria la difesa di Boston, la migliore di questo campionato.
Nella vittoria decisiva di domenica, con Jayson Tatum seguito a vista da mezza squadra avversaria, la scena per Boston se l’è presa Grant Williams, autore di 27 punti, il suo più alto rendimento in carriera ai playoff.
L’ultima sconfitta di Phoenix è stata ancora più sorprendente, per tante ragioni. La squadra di Devin Booker e Chris Paul era al completo e da due stagioni era considerata la migliore del campionato, per numero di vittorie e qualità del gioco, anche per merito di Monty Williams, già premiato come allenatore dell’anno. Si era qualificata ai playoff con 64 vittorie nella stagione regolare, più di ogni altra squadra del campionato, stabilendo inoltre il record di vittorie nella sua storia.
Contro Dallas la serie era iniziata con due successi, ma poi le cose si sono complicate e nelle successive cinque partite sono arrivate quattro sconfitte, l’ultima delle quali con un netto 123-90. La prestazione impressionante di Dallas è stata guidata da quella del suo miglior giocatore, lo sloveno Luka Doncic, autore di 35 punti, che nei primi due quarti ha segnato da solo gli stessi punti (27) fatti da tutta Phoenix messa insieme, penalizzata da grande imprecisione al tiro. Insieme a Doncic, Dallas ha beneficiato anche della prestazione individuale di Spencer Dinwiddie — scambiato a febbraio con Washington per il lettone Kristaps Porzingis — autore di 30 punti partendo dalla panchina.
Le altre due serie si erano concluse prima, con una gara in meno. I Golden State Warriors dei soliti Steph Curry, Klay Thompson e Draymond Green — in campo insieme per soli 11 minuti nella stagione regolare — hanno faticato a superare una squadra giovane e molto promettente come i Memphis Grizzlies di Ja Morant, seconda scelta al draft del 2019, miglior esordiente del campionato la stagione successiva e Most Improved Player — giocatore più migliorato — della stagione in corso. Sono però riusciti a chiuderla in sei gare e a tornare alle finali di conference dopo tre anni.
Ad Est invece la postseason dei Philadelphia 76ers si è conclusa ancora una volta prima del previsto, con tante difficoltà, a partire dagli infortuni capitati al suo giocatore più importante, il centro Joel Embiid. Dopo aver rischiato più del dovuto al primo turno contro i Toronto Raptors, con Miami è arrivata una sconfitta con un complessivo 4-2. A poco è servito aggiungere James Harden a stagione in corso, visto il minimo impatto avuto da uno dei migliori giocatori offensivi del campionato negli ultimi anni. A Philadelphia si sta già discutendo del suo rinnovo, da molti considerato un rischio economico troppo elevato — viste le richieste, l’età e il rendimento — e anche della permanenza dell’allenatore, Doc Rivers, a cui secondo alcuni giornalisti i Lakers starebbero pensando per ripartire dopo l’ultima disastrosa stagione.
Con questi risultati, la NBA avrà sicuramente una nuova vincitrice dopo gli ultimi tre anni conclusi con le vittorie di Milwaukee, Lakers e Toronto. Dallas non vince il titolo dal 2011, Boston dal 2008, Miami dal 2013 e Golden State dal 2018. Per tutte, tranne quest’ultima, erano delle epoche completamente differenti. A Dallas c’era ancora il tedesco Dirk Nowitzki, ritiratosi tre anni fa. A Boston — che alle finali ci arrivò anche nel 2010, perdendole contro il Lakers — c’erano Doc Rivers come allenatore, Paul Pierce, Kevin Garnett e Ray Allen in campo, con quest’ultimo che poi andò a Miami e vinse l’ultimo titolo in Florida insieme a LeBron James, Dwyane Wade e Chris Bosh.
Le semifinali di quest’anno, o le finali di conference, iniziano con gara-1 tra Miami e Boston mercoledì, quando in Italia saranno le due e mezza di notte. Il giorno dopo toccherà a Golden State-Dallas. A prescindere da quando finiranno — comunque non prima del 25 maggio — le finali partiranno dal 2 giugno.
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