In Spagna si discute di congedo mestruale
È una misura contenuta in una proposta di legge molto ambiziosa, su cui però sembrano esserci divisioni anche all'interno della maggioranza
In Spagna, al prossimo Consiglio dei ministri che si terrà martedì 17 maggio, sarà presentato un nuovo disegno di legge del ministero dell’Uguaglianza controllato da Podemos, che si occupa di salute riproduttiva, diritto all’aborto e salute sessuale. La bozza della nuova legge, secondo quanto anticipato in questi giorni dai giornali spagnoli, prevede tra le altre cose l’introduzione del congedo mestruale e l’accesso all’interruzione di gravidanza a partire dai sedici anni senza il consenso di genitori o tutori. Le proposte potrebbero anche subire delle modifiche e la strada per la loro approvazione definitiva è ancora molto lunga.
Il nuovo disegno di legge si chiama Legge Organica per la Tutela dei Diritti Sessuali e Riproduttivi e la Garanzia dell’Interruzione Volontaria della Gravidanza. Stabilisce innanzitutto l’introduzione sotto controllo medico di un permesso retribuito di tre giorni durante il ciclo mestruale invalidante, che potrà essere esteso a cinque giorni.
La dismenorrea ― cioè l’insieme di dolori che in alcune donne accompagnano le mestruazioni ― è una condizione molto diffusa, che secondo i dati della società spagnola di ginecologia e ostetricia interferisce con le attività quotidiane di circa un terzo delle donne. Non potendo ricorrere a un permesso di malattia ogni mese, molte donne che soffrono di dolori mestruali gravi sono dunque costrette ad andare a lavorare normalmente, con forte disagio e calo della produttività.
L’introduzione del congedo mestruale per legge è caldeggiato da molte associazioni che si occupano di salute e diritti femminili, ma esiste solo in pochissimi paesi e in pochissime aziende. In Europa non è previsto dalla legge di nessuno stato: nel 2016 in Italia è stata proposta e discussa una legge in parlamento per garantire questa possibilità, ma non è mai stata approvata.
La bozza del disegno di legge spagnolo introduce anche altre novità in materia di salute sessuale. Chiede ad esempio che i centri che offrono assistenza alle donne in difficoltà e le carceri distribuiscano gratuitamente gli assorbenti, e vorrebbe eliminare dal loro costo di vendita l’IVA, come già hanno fatto molti altri paesi.
Il principio su cui basa la richiesta di eliminare quella che è conosciuta come “tampon tax” è che le mestruazioni non sono una scelta, come non lo è il fatto di dover comprare degli assorbenti che sono dunque un prodotto necessario per milioni di donne: molti e molte sostengono quindi che sia ingiusto che assorbenti o tamponi non siano considerati beni di prima necessità, e anzi siano sottoposti a un’aliquota superiore in alcuni casi a quella degli alimenti di lusso, tra le altre cose (“Il ciclo non è un lusso”, è lo slogan più spesso utilizzato).
Altre misure contenute nella nuova bozza riguardano la salute riproduttiva e il diritto all’aborto: stabiliscono che i contraccettivi e la cosiddetta “pillola del giorno dopo” siano finanziati dal sistema pubblico, prevedono il congedo retribuito dalla 36esima settimana, e vogliono rendere più accessibile a livello territoriale l’aborto evitando dunque alle donne di dover percorrere centinaia di chilometri solo per trovare un medico non obiettore.
Includono poi la creazione di un albo degli obiettori di coscienza (che dovranno portare avanti la loro scelta sia nel pubblico che nel privato), e dicono infine che, a partire dai 16 anni, le donne potranno abortire senza il permesso della madre, del padre o di chi ne fa le veci (l’obbligo del permesso era stato introdotto nel 2015 dai conservatori).
Infine, sostengono che dovrebbero essere eliminati i tre giorni di riflessione attualmente obbligatori prima di un aborto e che andrebbe abolito anche l’obbligo di informare le donne sulle risorse e sugli aiuti disponibili in caso di proseguimento della gravidanza: pratica che viene spesso utilizzata proprio per scoraggiare le donne ad abortire. Queste informazioni, dice la bozza, saranno fornite solo su richiesta.
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Arrivare all’approvazione del nuovo disegno di legge non sarà comunque semplice. Andrà trovato un accordo con tutti i ministeri coinvolti nell’elaborazione della norma come Sanità, Finanze o Previdenza sociale, e poi con i vari gruppi parlamentari della camera bassa. Quella di cui si parla è infatti una legge organica relativa all’attuazione dei diritti fondamentali e delle libertà pubbliche che, per essere approvata e a differenza delle leggi ordinarie, richiede la maggioranza assoluta del Congresso.
Per ora non sembra esserci un accordo di maggioranza sui contenuti della nuova legge, soprattutto per quanto riguarda il congedo mestruale. Uno dei principali argomenti contrari alla sua introduzione, che è stato espresso ad esempio dalla ministra dell’Economia Nadia Calviño, vicepresidente del governo spagnolo, è che possa incentivare ancora di più la discriminazione delle donne sul lavoro e la loro stigmatizzazione. Yolanda Díaz, ministra del Lavoro, ha replicato che è semmai stigmatizzante non comprendere «che donne e uomini sono diversi e che il mondo del lavoro non è neutro». L’eliminazione dell’IVA su assorbenti e tamponi potrebbe poi essere ostacolata dal ministero delle Finanze e diversi osservatori pensano che non passerà.