Il presidente della Lombardia Attilio Fontana è stato prosciolto nel caso della fornitura di camici alla Regione

(ANSA/MOURAD BALTI TOUATI)
(ANSA/MOURAD BALTI TOUATI)

La giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Milano Chiara Valori ha prosciolto il presidente della Lombardia Attilio Fontana dall’accusa di frode in pubbliche forniture nell’ambito dell’indagine sui camici che erano stati forniti alla Regione dall’azienda di suo cognato. La gup ha deciso che non ci sarà nessun processo per Fontana perché “il fatto non sussiste”. Oltre a Fontana sono stati prosciolti anche tutti gli altri indagati: suo cognato Andrea Dini, l’ex direttore generale di Aria, centrale acquisti della Lombardia, Filippo Bongiovanni, il vicesegretario generale della Lombardia Pier Attilio Superti, e la direttrice acquisti di Aria Carmen Schweigl. Le motivazioni del proscioglimento verranno rese pubbliche tra 15 giorni.

L’accusa di frode in pubbliche forniture nei confronti di Fontana era l’ultima rimasta in piedi dopo la conclusione delle indagini preliminari: a febbraio erano state archiviate quelle di autoriciclaggio e false dichiarazioni. Le accuse erano arrivate in seguito a un’indagine sull’assegnazione da parte di Aria di una fornitura di 82mila camici e dispositivi di protezione individuale a Dama Spa, società del cognato di Fontana.

La fornitura, dal valore di circa mezzo milione di euro, fu poi trasformata in donazione. Il 19 maggio del 2020 Fontana cercò di fare un bonifico di 250mila euro a Dama S.p.A. da un suo conto personale in Svizzera, che però fu poi sospeso per sospetta violazione della normativa antiriciclaggio e segnalato alla Banca d’Italia. L’ipotesi dell’accusa, non accolta dalla gup, era che quel quel bonifico fosse servito a risarcire il cognato per i mancati introiti, dopo la trasformazione della fornitura in donazione.

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