È stata venduta una delle Marilyn Monroe fatte da Andy Warhol
All'asta, per 195 milioni di dollari: è l'opera d'arte del Novecento più pagata finora
Lunedì la casa d’aste newyorkese Christie’s ha venduto a un compratore sconosciuto una delle celebri opere della serie di serigrafie Shot Marilyn dell’artista Andy Warhol a 195 milioni di dollari (circa 185 milioni di euro). È il prezzo più alto mai raggiunto da un’opera d’arte americana in un’asta, molto più alto di quello dell’opera che deteneva questo primato prima: un dipinto senza titolo dell’artista Jean-Michel Basquiat che rappresentava una specie di teschio, che nel 2017 fu venduto a 110 milioni di dollari. È anche un record per le opere d’arte del XX secolo: prima di lunedì la più pagata era stata, nel 2015, Les Femmes d’Alger (versione O) di Pablo Picasso, con 179,4 milioni di dollari. Il più costoso dipinto di sempre è il Salvator Mundi di Leonardo da Vinci, venduto da Christie’s nel 2017 per 450 milioni di dollari.
L’asta per l’opera di Warhol è durata meno di quattro minuti e il compratore che se l’è aggiudicata ha voluto rimanere anonimo. Il dipinto apparteneva all’eredità di due commercianti d’arte svizzeri: i fratelli Doris e Thomas Ammann. Nel 1977 i due avevano aperto una galleria d’arte a Zurigo specializzata in opere del dopoguerra e contemporanee: il fratello era morto nel 1993 e l’anno scorso era morta anche la sorella. Insieme alla Shot Marilyn di Warhol, lunedì sono state messe all’asta altre 35 opere, per un totale 318 milioni di dollari e due invenduti. Tutto il ricavato andrà alla fondazione Thomas and Doris Ammann, che si occupa di progetti per l’infanzia.
Dopo la morte di Marilyn Monroe, nel 1962, Warhol dedicò molte serigrafie al ritratto dell’attrice tratto dal film Niagara, del 1953. La serie Shot Marilyn è probabilmente la sua opera più famosa e consiste in quattro tele di circa un metro per un metro con sfondi di colore diverso che riprendono il trucco degli occhi e della bocca dell’attrice. Il nome, Shot Marilyn (“Marilyn sparata”), è dovuto al fatto che un giorno l’artista Dorothy Podber sparò con una rivoltella a una pila di tele che vide nello studio di Warhol. Secondo la ricostruzione dell’episodio, tra lei e Warhol ci fu un’incomprensione dovuta al significato del verbo inglese «shoot», che vuol dire sia “sparare” sia “fotografare”, per cui Podber pensò di aver avuto l’autorizzazione a sparare alle opere. L’opera che è stata venduta da Christie’s è quella con lo sfondo verde salvia (le altre hanno lo sfondo rosso, arancione e azzurro) e anche se faceva parte della serie non fu trafitta dal proiettile.
La stagione delle aste di Christie’s è appena cominciata: come hanno fatto notare alcuni commentatori, negli ultimi due anni la pandemia ha portato le persone più ricche a spendere meno e ora si prevede che queste ricchezze accumulate verranno investite in arte e collezionismo ancora più di prima.
Alex Rotter, responsabile delle opere del ventesimo e ventunesimo secolo di Christie’s, ha definito le Marilyn di Andy Warhol «l’apice assoluto del pop americano e la promessa del sogno americano, che racchiude ottimismo, fragilità, celebrità e iconografia tutte in una». Ha aggiunto che è una delle più grandi opere di tutti i tempi, al pari della Venere di Botticelli, della Monnalisa di Leonardo e delle Demoiselle d’Avignon di Picasso.