Nelle Filippine ha vinto il figlio dell’ex dittatore Ferdinand Marcos
Lo dicono i risultati non ufficiali, considerati praticamente certi: ed è un risultato che preoccupa molti attivisti per i diritti umani
Ferdinand Marcos Jr., il figlio dell’ex dittatore Ferdinand Marcos, ha vinto le elezioni presidenziali che si sono tenute lunedì nelle Filippine. I risultati diffusi non sono ancora ufficiali (quelli ufficiali si avranno a fine mese), ma sono stati conteggiati quasi il 98 per cento dei voti e la vittoria di Marcos è ormai certa. Nello stesso giorno si è votato anche per la vicepresidenza, e come previsto ha vinto Sara Duterte, la figlia del presidente autoritario uscente Rodrigo Duterte.
È un risultato che sta attirando molta attenzione e preoccupando molti osservatori e attivisti, anche perché sia Marcos Jr. che Duterte si sono mostrati tutt’altro che critici nei confronti delle azioni dei propri padri. In particolare Marcos, che in campagna elettorale ha cercato di riabilitare i violentissimi anni di regime di suo padre, in cui decine di migliaia di oppositori politici furono torturati o uccisi, edulcorandoli e presentandoli come una specie di “età dell’oro” delle Filippine.
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I risultati non ufficiali delle elezioni dicono che Marcos ha ottenuto quasi 31 milioni di voti, vincendo col 58,74 per cento delle preferenze. La sua principale oppositrice, l’attuale vicepresidente Leni Robredo, ha invece ottenuto quasi 15 milioni di voti, arrivando al secondo posto, per ora col 28,02 per cento. Per Robredo è comunque un risultato importante. Oltre a essere stata obiettivo di una serrata campagna di disinformazione sui social media, Robredo era l’unica donna tra i 10 candidati e lo stacco con tutti gli altri è nettissimo: il terzo candidato più votato, il famosissimo ex campione di pugilato Manny Pacquiao, ha ottenuto meno del 7 per cento dei voti.
Robredo è stata una degli esponenti più importanti dell’opposizione a Duterte. È un’avvocata per i diritti umani e a queste elezioni si era presentata come “erede” della parte di storia democratica del paese, quella delle proteste contro Marcos e dei movimenti che portarono alla sua destituzione e al ristabilimento della democrazia. Nel suo discorso successivo alla chiusura dei seggi, Robredo ha incoraggiato i propri elettori a non vedere il risultato delle elezioni come una sconfitta ma come un punto di partenza per continuare a credere di poter cambiare le cose.
VIDEO: The Philippines’ presidential candidate Leni Robredo addresses her supporters after her opponent, the son of late Philippine dictator Ferdinand Marcos, cements a landslide election victory pic.twitter.com/qJKbIwZWlH
— AFP News Agency (@AFP) May 10, 2022
In campagna elettorale Marcos si era presentato come un leader unificatore in un momento di profonda crisi economica, in grado di far «risorgere di nuovo» il paese. Le sue proposte erano state però piuttosto vaghe, e molte più energie erano state spese nella rivisitazione della dittatura del padre, soprattutto sui social media, raggiungendo quindi anche le fasce le più giovani della popolazione, che non avevano vissuto direttamente quegli anni.
Per quanto riguarda invece la vittoria di Duterte come vicepresidente, ha probabilmente pesato la popolarità del padre, nonostante gli anni della sua presidenza siano stati assai controversi. Anche questo risultato preoccupa diversi attivisti per i diritti umani: secondo alcune analisi, la sua elezione potrebbe servire al padre per mantenere la propria influenza nella politica del paese.
Ferdinand Marcos Jr. e Duterte si insedieranno il prossimo 30 giugno: la Costituzione filippina prevede che governino, rispettivamente, per massimo uno e due mandati.
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