I Kalush Orchestra, il gruppo ucraino che parteciperà all’Eurovision
Sono considerati i favoriti per la vittoria e hanno una storia recente che si è intrecciata con la guerra in corso
I favoriti per la vittoria della prossima edizione dell’Eurovision Song Contest, il concorso musicale più grande del mondo, sono i Kalush Orchestra, gruppo hip hop che rappresenterà l’Ucraina alla manifestazione che si terrà a Torino dal 10 al 14 maggio. Le previsioni sembrano essere più legate alla situazione in corso in Ucraina che all’eccezionalità della canzone. Gli uomini ucraini tra i 18 e i 60 anni non possono lasciare il paese per via della guerra contro la Russia, ma i Kalush Orchestra hanno ottenuto un permesso speciale e all’Eurovision si esibiranno con una canzone chiamata “Stefania”, dedicata alla madre di uno di loro. Nel frattempo, quando non sono impegnati nelle prove e nei concerti promozionali, i membri del gruppo si stanno dedicando a varie attività per sostenere la popolazione e le truppe ucraine.
I Kalush Orchestra si sono formati nel 2019 come terzetto e portano il nome della città occidentale di Kaluš, ai piedi dei monti Carpazi, dove è nato Oleh Psyuk, il rapper che canta nella band. Il loro stile mescola l’hip hop alle melodie tradizionali della musica popolare ucraina, arricchite per esempio con l’uso della telenka, uno strumento a fiato simile a un lungo flauto tipico della loro zona.
Sebbene fossero i preferiti del pubblico, al concorso per selezionare l’artista ucraino che avrebbe partecipato all’Eurovision i Kalush Orchestra erano arrivati secondi: sono stati scelti in seguito al ritiro della vincitrice, Alina Paš, contestata per aver fatto un viaggio in Crimea, il territorio annesso in maniera considerata illegale dalla Russia nel 2014.
Quando lo scorso 22 febbraio è stata comunicata la notizia della sua partecipazione all’Eurovision, due giorni prima dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, il gruppo stava terminando un tour per varie città ucraine e polacche. Qualche settimana fa il gruppo si è riunito a Leopoli – la principale città dell’Ucraina occidentale, un centinaio di chilometri a nord di Kaluš – per prepararsi ad alcuni concerti nei Paesi Bassi e in Israele. Intanto, sia i membri della band che i suoi collaboratori si sono impegnati anche in altre attività.
Dopo l’inizio dell’invasione, Psyuk era partito dalla capitale Kiev, dove viveva, per tornare a Kaluš, attivandosi per consegnare i pacchi di aiuti umanitari e trasportare i profughi da una stazione all’altra. Mikola Kycheriavyy, il manager del gruppo, si era inizialmente unito all’esercito: poi lo aveva lasciato (non aveva alcuna esperienza militare) e aveva iniziato a raccogliere fondi per far avere alle truppe munizioni, giubbotti antiproiettile e materiale di primo soccorso.
Anche Tymofiy Muzychuk, il musicista ospite che canta le parti melodiche di “Stefania”, è diventato a sua volta un volontario, occupandosi in particolare di mettere in contatto le persone che avevano un’automobile con quelle che avevano bisogno di spostarsi, ma anche trasportando cibo e materiale per i soldati.
In un’intervista data all’Economist, Muzychuk ha detto che con la guerra «tutto si è fermato» e che adesso «si può solo pensare a rimanere vivi e a proteggere le proprie famiglie». Kycheriavyy invece sostiene che qualcuno potrebbe criticarlo per aver «scelto la strada più facile» rispetto all’impegno al fronte: parlando sempre con l’Economist Kycheriavyy ha detto di non voler «paragonare l’Eurovision a una missione militare», ma che anche il festival «è in qualche modo importante».
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L’Ucraina partecipa all’Eurovision dal 2003 ed è finita quasi sempre tra i primi dieci paesi classificati con artisti o gruppi di vari generi, dal pop dance della cantante Ruslana, che vinse il concorso nel 2004, alla techno-disco dei Go_A, arrivati quinti l’anno scorso. L’Ucraina vinse l’Eurovision anche nel 2016 con una canzone della cantante Jamala chiamata “1944” e dedicata a un tema storico piuttosto complesso: la deportazione dei tatari in Crimea, compiuta dall’Unione Sovietica di Josip Stalin durante la Seconda guerra mondiale.
La canzone dei Kalush Orchestra per l’edizione di quest’anno, da cui la Russia è stata esclusa, è invece dedicata alla madre di Psyuk. Come ha spiegato Oleksii Zhembeovskyi, il produttore artistico che curerà l’esibizione del gruppo all’Eurovision, con la guerra però sia il messaggio della canzone che lo spettacolo preparato per il concorso a Torino saranno più universali, dedicati a un concetto più ampio di maternità.
Zhembeovskyi avrebbe voluto che nell’esibizione fossero inclusi alcuni elementi concreti per indicare la guerra in corso, ma visto che le regole del concorso non permettono di usare immagini «politiche» ha anticipato che ci saranno molte «sorprese» e simboli della «situazione» attuale: tra questi dovrebbero esserci le fotografie degli occhi di diverse madri ucraine che indicano il dolore nell’attesa del ritorno a casa dei propri figli dalla guerra.
Secondo le previsioni di varie agenzie di scommesse, la canzone dei Kalush Orchestra sarebbe nettamente la favorita per la vittoria di quest’edizione, seguita da “Brividi”, il pezzo con cui i cantanti Mahmood e Blanco hanno vinto l’ultimo Festival di Sanremo. Psyuk ha detto all’Economist che l’Eurovision «è molto importante» e lo è «specialmente adesso», visto che il gruppo ha «molta attenzione addosso». Kycheriavyy ha aggiunto di essere ottimista sulla vittoria dei Kalush Orchestra, ma ha anche detto che non ci sta pensando troppo: «Come tutti gli ucraini sto sognando la vittoria [nella guerra, ndr]. Torino è solo un altro mezzo per far arrivare questa vittoria un po’ prima».
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