Le elezioni locali nel Regno Unito non stanno andando bene per Boris Johnson
Soprattutto a Londra, dove i conservatori hanno perso alcuni storici seggi elettorali: lo spoglio è ancora in corso
Giovedì nel Regno Unito ci sono state le elezioni amministrative locali e, come previsto, sembra che non siano andate particolarmente bene per il partito Conservatore, quello del primo ministro Boris Johnson. I primi risultati (lo spoglio dei voti è circa a metà) dicono che il partito di Johnson ha perso seggi in distretti e aree che tradizionalmente lo sostenevano, in alcuni casi da decenni: a pesare sembrano essere stati sia l’aumento del costo della vita che lo scandalo delle feste organizzate nella residenza del primo ministro in violazione delle restrizioni del primo lockdown.
Alle elezioni di giovedì si è votato per rinnovare oltre 7mila seggi in assemblee amministrative (“councils”) di vari distretti di parte dell’Inghilterra, oltre che di Scozia e Galles. Come previsto, per i conservatori le sconfitte più significative sono state a Londra, in cui si è votato per rinnovare le amministrazioni dei 32 distretti che la compongono.
La sconfitta che ha attirato più attenzioni è stata nel distretto di Westminster, uno dei più importanti e centrali di Londra, dove i laburisti hanno ottenuto la maggioranza dei seggi. Westminster è il distretto in cui c’è Buckingham Palace, la residenza della regina: era controllato dai conservatori dal 1964, anche se negli ultimi anni si era spostato sempre di più verso il Partito Laburista.
A Londra i conservatori hanno perso anche i distretti di Wandsworth e Barnet, rispettivamente sotto il controllo conservatore dal 1978 e dal 1964 (in quest’ultimo caso con solo due votazioni locali andate diversamente).
Fuori Londra, il partito Conservatore ha perso la maggioranza dei seggi nei councils di Southampton, città a sud del Regno Unito, di Worcester, a ovest, e di West Oxfordshire: in tutti questi casi i seggi conservatori sono andati al Partito Laburista, al partito dei Liberal Democratici, liberale e progressista, e al Green Party, di sinistra e ambientalista.
Per il Partito Laburista le elezioni locali sembrano essere andate bene soprattutto a Londra, senza particolari conquiste nel resto del paese (ma va detto che la maggior parte dei seggi oggetto di voto era comunque già controllata dai Laburisti, che dovevano quindi più che altro dimostrare di saperli mantenere). Lo spoglio dei voti, comunque, è ancora in corso: si attendono i risultati di Scozia e Galles e sarà possibile farsi un’idea precisa di come sono andate queste elezioni tra venerdì sera e sabato mattina.
L’indebolimento del partito Conservatore ha diverse cause. Una è il cosiddetto “Partygate”, lo scandalo delle feste durante i lockdown, come ha confermato a BBC il politico conservatore Stephen Hammond.
Negli ultimi mesi lo scandalo aveva messo in seria difficoltà il partito Conservatore: si era parlato in modo piuttosto concreto di sostituire Johnson come capo del partito (e quindi come primo ministro del paese) e lo scandalo era finito al centro di due indagini: una interna al governo, che aveva dato risultati piuttosto imbarazzanti per la leadership di Johnson, definita sostanzialmente un «fallimento», e una condotta dalla polizia di Londra. Quest’ultima è ancora in corso e meno di un mese fa aveva anche portato all’imposizione di una multa sia contro Johnson sia contro il ministro dell’Economia Rishi Sunak, del suo stesso partito.
Ma sul voto sembra aver pesato anche l’aumento del costo della vita, particolarmente sentito nel Regno Unito e rispetto al quale molti considerano il partito di Johnson impreparato: a marzo di quest’anno l’inflazione del paese ha raggiunto il 7%, il livello più alto dal 1992, con un aumento piuttosto netto avvenuto proprio nell’ultimo anno.
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