Il sogno di Giacomo Calò
La storia di un uomo comune ricostruita attraverso le sue fotografie trovate in un mercatino dell'usato
Le cose che si sanno di Giacomo Calò, un uomo comune nato nel 1933, si conoscono grazie al ritrovamento di centinaia di sue fotografie in vendita a un mercatino dell’usato a Piazza Marina a Palermo, comprate nell’ottobre 2017 da Andrea Campesi e Valentina Sestieri, fondatori di Baco About Photographs, un laboratorio e spazio espositivo dedicato alla fotografia.
A partire da quelle centinaia di fotografie e dalle informazioni estratte dal retro di qualche immagine, Campesi e Sestieri hanno realizzato il libro Giacomo Calò, il mio sogno, che racconta una parte della storia di un uomo che usava la fotografia per raccontarsi e tenere traccia dei suoi viaggi. Sestieri ha spiegato: «Dopo l’iniziale senso di spaesamento nel ritrovarsi custodi di ricordi di una vita che non ti appartiene, è nato un senso di responsabilità nei confronti di questa vita che, da ciò che ha lasciato, ci appariva evidente non volesse essere dimenticata e smembrata. Così abbiamo pensato a un libro».
Le foto sono tutte ritratti o autoritratti scattati dopo la Seconda guerra mondiale e fino agli anni Settanta, prima in Sicilia e poi nel mondo, da quando dal piccolo borgo di pescatori dell’Arenella, a Palermo, Calò si imbarcò su alcune navi per lavorare come cameriere. I due curatori hanno spiegato che le informazioni erano parecchie, per quanto frammentarie, e hanno permesso di ricostruire alcune date e tappe della sua vita: dediche in cui si firma, timbri con nome, cognome e indirizzo (come quello sulla quarta di copertina) e tesserini di imbarco in cui è specificata la data di nascita e la qualifica di cameriere. Qualche tempo dopo aver comprato le foto, Campesi e Sestieri hanno provato a rintracciare eventuali eredi di Calò recandosi all’indirizzo che si trova timbrato dietro alcune delle fotografie, ma hanno trovato solo qualche vicino di casa che si ricordava di Giacomo Calò e della sua famiglia, ma con cui non avevano avuto contatti dopo il loro trasferimento.
Seppur la presenza costante di Calò nelle foto renda il racconto personale e soggettivo, le foto amatoriali parlano di un gesto spontaneo e generico, quello di farsi fotografare nei posti visitati, che tutt’oggi è una pratica comune di chi viaggia per creare una prova e un ricordo del proprio passaggio in un luogo.
Il titolo del libro viene da un’immagine in cui Calò indica un cartellone pubblicitario con scritto “Il mio sogno”, che secondo Sestieri è stata modificata a mano e colorata e che offre la chiave di lettura del progetto secondo gli autori. Non ha la pretesa di ricostruire con esattezza documentaria la storia di Calò, ma di immaginarne una ricostruzione possibile. Per gli autori “il sogno” è quello dell’avventura, del viaggio, del sogno americano e del miracolo economico, ma per lasciare che ciascuno fosse libero di immaginare la propria versione non hanno inserito didascalie o testi che guidassero verso qualche interpretazioni, ma solo una dedica scritta da Calò: “Il mio pensiero come il mio grande amore ti seguirà sempre. Tuo Giacomo”.