Cosa c’è nel “Decreto aiuti” del governo
Prevede 14 miliardi di euro per fronteggiare le conseguenze economiche della guerra in Ucraina e i rincari dell'energia
Nel pomeriggio c’è stata una riunione del Consiglio dei ministri per discutere l’approvazione del cosiddetto “Decreto aiuti”, il decreto legge che prevede aiuti economici alle imprese e alle famiglie per limitare le conseguenze della guerra in Ucraina sull’economia italiana. In particolare, il decreto prevede uno stanziamento di 14 miliardi di euro, in parte finanziato con l’aumento delle tasse sui profitti eccezionali delle imprese energetiche.
Il contenuto del decreto è stato illustrato in una conferenza stampa lunedì sera, a cui hanno partecipato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e vari ministri, tra cui quello dell’Economia, Daniele Franco, della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, e del Lavoro, Andrea Orlando. Tra le misure previste, ci sono un contributo di 200 euro una tantum per tutti i lavoratori e i pensionati con un reddito inferiore ai 35mila euro annui; un’estensione del credito di imposta per le imprese che consumano molto gas ed elettricità; il rinnovo per altri tre mesi dell’intervento economico per le famiglie con redditi più bassi, a protezione del rincaro dell’energia; l’adeguamento dei prezzi per le gare d’appalto (lo Stato coprirà fino al 90 per cento dei costi del rincaro delle materie prime).
Al riguardo di quest’ultima misura, Draghi ha detto che è «molto importante perché permette di mantenere tutti i cantieri che sono stati aperti con il PNRR, in modo tale che possano continuare a lavorare».
Draghi inoltre ha specificato che il decreto non avrà bisogno di uno scostamento di bilancio, ossia il ricorso a un deficit maggiore rispetto a quanto preventivato dalla legge di bilancio. Una parte dei 14 miliardi infatti verrà finanziata da un aumento al 15 per cento della tassazione sui profitti eccezionali di quelle imprese che vendono, producono o esportano energia.
In mattinata c’era stata un’altra riunione del Consiglio dei ministri in cui era stato deciso il taglio delle accise sui carburanti nel periodo che va dal 3 maggio all’8 luglio: le tasse sulla benzina saranno quindi di 478,40 euro per mille litri; sul gasolio di 367,40 euro per mille litri; sul GPL di 182,61 euro per mille chilogrammi; di zero euro per il gas naturale (CNG), sul quale inoltre l’IVA è stata ridotta al 5 per cento.
Il “Decreto aiuti” prevede anche di semplificare le procedure di autorizzazione per la costruzione di impianti alimentati da energie rinnovabili, motivo per cui era presente il ministro per la Transizione ecologica, Cingolani. In risposta a una giornalista presente alla conferenza stampa, Cingolani ha chiarito una questione emersa in giornata in seguito a un articolo pubblicato da Politico, in cui nel titolo si sosteneva che Cingolani avesse aperto alla possibilità per le aziende di pagare il gas russo in rubli, mentre nel testo si dice che la proposta di Cingolani è simile a quella della Commissione europea. «Abbiamo fatto una smentita, non ho veramente altro da aggiungere […] e francamente trovo questi giochetti titolo contro contenuto abbastanza deplorevoli».
Il decreto non è stato votato dai ministri del Movimento 5 Stelle, poiché non erano d’accordo su una sua parte che assegna al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, nuove competenze sui rifiuti in quanto commissario straordinario per il Giubileo (con questa norma potrà autorizzare la costruzione del nuovo termovalorizzatore in città). Draghi ha commentato la posizione del Movimento dicendo: «Siamo dispiaciuti, ma mi auguro che alla fine questo non si traduca in fibrillazioni generalizzate, è un disaccordo che cercheremo di superare in qualche modo».