Il Regno Unito valuta se riprendere il controllo delle Isole Vergini Britanniche
Come già successo anni fa con altri territori d'oltremare, potrebbe sospendere il governo locale per gravi problemi di corruzione
Il governo del Regno Unito potrebbe prendere il controllo delle Isole Vergini Britanniche, un territorio d’oltremare britannico nel mare dei Caraibi, dopo che giovedì il capo del governo locale Andrew Fahie è stato arrestato negli Stati Uniti con l’accusa di traffico di droga e riciclaggio di denaro.
La questione non riguarda solo Fahie: successivamente al suo arresto è stata anticipata la pubblicazione di un rapporto di 946 pagine sulla diffusione della corruzione e dell’uso improprio delle finanze pubbliche nel territorio, che consiglia al governo britannico di sospenderne la Costituzione e assumerne il controllo per un periodo di almeno due anni, durate i quali portare avanti riforme istituzionali. Tuttavia il vicepremier Natalio Wheatley, che ha temporaneamente preso il posto di Fahie, è contrario a tale misura straordinaria, che verrebbe eventualmente decisa dal governo britannico.
Le Isole Vergini Britanniche sono un arcipelago di circa 40 isole caraibiche che si trovano a est di Porto Rico e hanno all’incirca 35mila abitanti. Come Gibilterra, fanno formalmente parte del Regno Unito, che è responsabile della loro difesa e delle loro relazioni internazionali, ma si governano da sole, con una democrazia parlamentare. Il rappresentante locale del Regno Unito è un governatore nominato dal governo di Londra – in questo momento è il diplomatico James Rankin – che normalmente ha un incarico perlopiù simbolico.
Nel 2021 tuttavia Rankin aveva ordinato che venisse svolta un’indagine sulle accuse di corruzione e abuso di ufficio rivolte al governo del territorio: l’indagine, che ha prodotto il rapporto appena diffuso, è stata condotta dal giudice britannico Gary Hickinbottom e descrive una situazione di mala amministrazione endemica. Milioni di dollari di fondi pubblici sarebbero stati usati ogni anno da politici e ministri in modo irregolare. Secondo Hickinbottom è impossibile prevenire la corruzione e i conflitti d’interessi con le attuali forme istituzionali presenti nelle Isole Vergini.
L’indagine non era stata legata a quella americana che ha portato all’arresto di Fahie, che secondo le accuse avrebbe accettato una tangente di 700mila dollari (circa 660mila euro) per permettere il traffico di migliaia di chili di cocaina attraverso il porto delle Isole, da importare poi negli Stati Uniti. Insieme a lui sono stati arrestati Oleanvine Maynard, direttrice dei porti delle Isole Vergini, e suo figlio Kadeem Maynard, che sarebbero coinvolti nei fatti al centro dell’accusa.
Sabato Amanda Milling, ministra britannica per i Territori d’oltremare, è partita per le Isole Vergini per discutere con Wheatley e Rankin sul da farsi. La ministra degli Esteri Liz Truss ha spiegato che in seguito a questo incontro il governo britannico annuncerà i prossimi passi. Se sarà deciso di sospendere la Costituzione del territorio, sarà James Rankin ad assumerne il controllo.
Wheatley si è opposto a questa eventualità. Parlando a un programma radiofonico di BBC ha detto: «Di fatto significherebbe non avere più eletti che rappresentino i cittadini del territorio in Parlamento». Wheatley pensa che i problemi istituzionali delle Isole Vergini possano essere affrontati senza che la Costituzione venga sospesa e senza che il governo britannico intervenga. «Tutti i paesi del mondo possono avere problemi di governance, anche il Regno Unito».
L’ultima volta che il Regno Unito si era ripreso temporaneamente il controllo di uno dei territori d’oltremare britannici era stata nel 2009 con le isole caraibiche Turks and Caicos, che si trovano a sud-est delle Bahamas, dopo le dimissioni del premier dell’epoca, accusato di corruzione: dopo tre anni le funzioni governative furono restituite alle istituzioni locali.