Le polemiche sugli ospiti filorussi dei talk show italiani continuano
Dopo giornaliste di stato e dipendenti del governo, la Commissione di vigilanza della Rai vuole coinvolgere il Copasir per indagare
Nella loro copertura dell’invasione dell’Ucraina diversi talk show televisivi italiani continuano a ospitare opinionisti, giornalisti e analisti con posizioni molto vicine a quelle del presidente russo Vladimir Putin, e questo continua ad alimentare forti polemiche. Questa settimana alcuni membri della Commissione di vigilanza della Rai, l’organo parlamentare che controlla il funzionamento del servizio radiotelevisivo pubblico, hanno proposto una specie di indagine congiunta con il Copasir, il comitato parlamentare che controlla il lavoro dei servizi segreti: sembra che non se ne farà niente, ma nei prossimi giorni probabilmente entrambi gli organi avranno una audizione con Carlo Fuortes, amministratore delegato della Rai.
Le polemiche sugli ospiti dei talk show sono più rilevanti per quanto riguarda i programmi della Rai, ma coinvolgono un po’ tutte le reti principali, e soprattutto La7 e Rete 4. Una parte coinvolge studiosi ed esperti italiani che hanno posizioni controverse e che in generale tendono a difendere le ragioni di Putin e dell’invasione russa: rientrano in questa casistica quelle che hanno riguardato per esempio Alessandro Orsini, professore di sociologia del terrorismo che nell’ultimo mese e mezzo è diventato molto famoso in TV, è stabilmente ospite di diversi programmi ogni settimana (specialmente Cartabianca su Rai 3 e PiazzaPulita su La7), scrive regolarmente sul Fatto Quotidiano, e ora porta anche in giro uno spettacolo intitolato “Ucraina. Tutto quello che non vi dicono”.
Molti altri studiosi ed esperti hanno sostenuto in TV posizioni critiche nei confronti della NATO e dell’approccio dell’Occidente alla guerra, con argomentazioni più fondate e senza mettere in discussione che sia in corso una guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina. Spesso intellettuali e analisti che hanno espresso posizioni riconducibili al pacifismo sono stati etichettati genericamente come “filorussi”, ed è stata attribuita loro una presunta malafede. Questo approccio sommario e sbrigativo alla gestione dei punti di vista diversi ha peraltro alimentato in queste settimane un vivace dibattito sui social network e sui giornali.
Ma parallelamente a questo genere di interventi, in queste settimane sulle TV italiane hanno avuto largo spazio anche persone che sono formalmente legate al governo di Putin, oppure che hanno evidenti rapporti ufficiosi, e che in sostanza hanno potuto esporre gli argomenti della propaganda russa.
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È il caso di Aleksandr Dugin, filosofo di estrema destra considerato uno degli ideologi della Russia di Putin, intervistato dalle trasmissioni di Rete 4 Diritto e rovescio e successivamente Fuori dal coro, e che doveva partecipare anche a Cartabianca prima che l’intervista saltasse. Più recentemente ha partecipato a Cartabianca e a Otto e mezzo su La7 Nadana Fridrikhson, giornalista della tv russa Zvedza, controllata dallo stato, che ha ribadito la versione della propaganda di Putin secondo cui l’invasione in Ucraina sarebbe una operazione di «demilitarizzazione» e «denazificazione». Pochi giorni fa su Zona Bianca, programma di Rete 4, è stata ospite Maria Zakharova, una portavoce del ministero degli Esteri russo. Sempre Zona Bianca ha annunciato che domenica trasmetterà addirittura un’intervista al ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov. Altri casi ancora riguardano ospiti che hanno combattuto o lavorato come giornalisti nelle repubbliche separatiste del Donbass, sostenendo apertamente le ragioni delle forze filorusse.
Queste interviste e questi interventi hanno provocato la reazione di alcuni politici. Andrea Romano, deputato del Partito Democratico membro della Commissione di vigilanza, ha proposto di coinvolgere il Copasir in un’audizione prevista la prossima settimana con Fuortes per parlare proprio del «tema delicatissimo delle informazioni veicolate e sulla qualità dei dibattiti ospitati». «Vogliamo capire se si tratta di giornalisti russi che operano liberamente o addirittura di funzionari del governo russo che diffondono la propaganda del Cremlino» ha detto il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi a Repubblica.
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Visto che anche il Copasir ha in programma di parlare con Fuortes, si era pensato a un’audizione congiunta: ma il presidente dell’organo di controllo dei servizi segreti Adolfo Urso, di Fratelli d’Italia, ha già detto di preferire due incontri diversi, visto che le riunioni del Copasir sono coperte da segreto.
Intanto la Commissione in questi giorni sta anche discutendo su una risoluzione promossa da Alberto Barachini di Forza Italia che dovrebbe incentivare la Rai a preferire gli interventi gratuiti nei talk show e favorire la rotazione degli ospiti. In molti l’hanno ribattezzata “risoluzione Orsini”, in quanto era stata pensata proprio dopo le polemiche per il contratto che gli era stato proposto da Cartabianca, già al centro di una accesa polemica. I membri del Movimento 5 Stelle sono comunque contrari alla risoluzione, formalmente perché ritengono favorirebbe la concorrenza delle reti private. Secondo Repubblica, però, l’opposizione sarebbe legata anche a un presunto recente avvicinamento tra il leader del M5S Giuseppe Conte e Orsini.