Si è dimesso il direttore di Frontex
Cioè la controversa agenzia di controllo delle frontiere dell'UE, da mesi coinvolta in scandali e polemiche per la gestione dei migranti
di Luca Misculin
Fabrice Leggeri, capo della controversa agenzia europea Frontex, ha presentato oggi le dimissioni dal suo incarico durante una riunione del board dell’agenzia. Leggeri ha 54 anni ed è alla guida di Frontex, detta anche Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, dal 2015. Le dimissioni di Leggeri sono arrivate piuttosto a sorpresa ma sono soltanto l’ultima di una serie di controversie in cui è stata coinvolta l’agenzia negli ultimi anni.
In estrema sintesi, gli agenti di Frontex vengono accusati da anni di collaborare o di compiere di persona respingimenti di massa di richiedenti asilo, vietati dalle norme dell’Unione Europea e dal diritto internazionale. Leggeri ha sempre negato ogni accusa e lo ha fatto anche nella mail con cui ha annunciato le proprie dimissioni allo staff dell’agenzia, letta anche dal Post. «Ho affrontato personalmente queste accuse e ho potuto respingerle tutte», scrive Leggeri.
Le sue dimissioni sono arrivate nello stesso giorno in cui il board di Frontex doveva discutere alcune azioni disciplinari per lo staff dell’agenzia in seguito a un rapporto compilato dall’OLAF, l’ufficio europeo per la lotta antifrode, che ha individuato comportamenti irregolari di vari dirigenti di Frontex nella gestione dei flussi migratori verso l’Europa.
Il rapporto dell’OLAF era stato consegnato a Frontex a febbraio e non è ancora stato reso pubblico. Una fonte interna dell’agenzia, però, ha detto al Post che il rapporto «individua precise responsabilità dell’agenzia e di Leggeri per alcuni respingimenti avvenuti in Grecia», e che «sembra esserci un legame diretto fra la riunione in cui si dovevano decidere i provvedimenti disciplinari e le dimissioni di Leggeri». Appena due giorni fa, fra l’altro, era uscita una lunga inchiesta congiunta di vari giornali europei, fra cui lo Spiegel e Le Monde, che aveva fornito ulteriori prove del fatto che Frontex sia stata coinvolta in moltissimi respingimenti di richiedenti asilo in Grecia.
Al momento però non sembra che Leggeri subirà alcuna conseguenza per quello di cui è accusato. In un documento pubblicato dal board di Frontex sulla riunione di oggi si legge che «alla luce delle dimissioni del direttore di Frontex, il board ha deciso che avviare un procedimento disciplinare contro il direttore in relazione al rapporto dell’OLAF non è più necessario».
Un’ipotesi è che Leggeri abbia barattato le proprie dimissioni da Frontex con la garanzia di non subire un lungo e potenzialmente imbarazzante processo per le irregolarità segnalate dal rapporto dell’OLAF.
Frontex è stata riformata nel 2016 e negli anni ha acquisito sempre più centralità mano a mano che diversi stati di frontiera, soprattutto nell’Europa orientale e meridionale, hanno deciso di militarizzare i propri confini per evitare l’ingresso di migranti e richiedenti asilo, principalmente per ragioni di consenso politico. L’attività di Frontex dovrebbe limitarsi ad aiutare i paesi di confine dell’Unione Europea a gestire la sicurezza delle proprie frontiere, ma diversi esperti di immigrazione e diritti umani hanno segnalato che negli anni è di fatto diventata un corpo di sicurezza che ha aiutato le guardie di frontiera nazionali a respingere decine di migliaia di migranti prima che facessero richiesta di asilo nei paesi europei, legittimando una pratica ritenuta molto controversa e probabilmente illegale per le norme europee.
Gli stati membri dell’Unione, soprattutto quelli dell’Est, hanno molto apprezzato gli sforzi di Frontex e fatto pressioni per ingrandirla ed espandere il suo mandato. Entro il 2027 Frontex passerà dagli attuali 1.500 effettivi a 10mila – di cui 7.000 distaccati dalle forze dell’ordine nazionali – e nel bilancio 2021-2027 le è stato garantito un budget superiore alla maggior parte delle agenzie dell’Unione Europea, di circa 5,6 miliardi di euro.
Eppure ormai da anni si sono moltiplicate le testimonianze di irregolarità compiute da agenti di Frontex, certificate da giornali internazionali o ong che si occupano di migranti e richiedenti asilo. Nell’inchiesta curata dallo Spiegel e da Le Monde uscita giovedì, per esempio, si dice che Frontex è stata direttamente coinvolta nel respingimento di circa un migliaio di richiedenti asilo nel tratto di mare fra Grecia e Turchia fra marzo 2020 e settembre 2021, anche se «il vero numero dei respingimenti compiuti con l’assistenza di Frontex è plausibilmente ancora più alto».
In passato Frontex era stata accusata di essere coinvolta anche in migliaia di respingimenti compiuti sulla cosiddetta “rotta balcanica”. Deutsche Welle ha raccontato che membri di Frontex sembrano attivi sul confine fra Albania e Grecia per impedire ai richiedenti asilo di uscire dalla Grecia, così come sul confine fra Croazia e Bosnia ed Erzegovina per evitare che lascino la Bosnia ed entrino nel territorio dell’Unione Europea.
Frontex e Leggeri hanno sempre respinto qualsiasi accusa, anche di fronte all’evidenza e a prove schiaccianti della propria responsabilità: come quando alla fine del 2020 una lunga inchiesta del sito di giornalismo investigativo Bellingcat in collaborazione con altri giornali europei fra cui lo Spiegel documentò con grande quantità di dettagli che l’8 giugno una nave di Frontex aveva fisicamente impedito a un gommone pieno di richiedenti asilo di entrare nelle acque greche.
Le smentite di Frontex sono sempre state povere di dettagli e l’intera dirigenza dell’agenzia è stata spesso accusata di scarsissima trasparenza – «È un’agenzia molto chiusa», ha raccontato al Financial Times l’europarlamentare olandese Tineke Strik, che si occupa di Frontex da anni – e più in generale di disinteresse verso il rispetto dei diritti umani.
Politico ha ricostruito che entro il 5 dicembre 2020 Frontex avrebbe dovuto assumere 40 esperti di diritti umani per supervisionare le attività dell’agenzia. Frontex ha dato la colpa della mancata assunzione alla pandemia, ma una fonte di Politico sostiene che in realtà i ritardi furono causati dal fatto che il capo di gabinetto dell’agenzia, Thibauld de La Haye Jousselin, non riteneva la loro assunzione una priorità.
Un rapporto compilato nell’estate del 2021 dal Parlamento Europeo sul lavoro di Frontex (PDF) ha concluso che «nonostante diversi soggetti credibili abbiano sistematicamente raccontato di violazioni di diritti umani alle frontiere di diversi stati membri, Frontex ha generalmente ignorato queste segnalazioni».
Diversi osservatori hanno attribuito questo approccio a Leggeri stesso, arrivato a capo di Frontex dopo una carriera nel ministero dell’Interno francese, quindi senza una vera competenza nella gestione dei flussi migratori o competenze specifiche sul rispetto dei diritti umani.
Leggeri ha rivendicato questo approccio anche nella mail in cui ha comunicato allo staff di Frontex le sue dimissioni, spiegando che il mandato ottenuto era molto chiaro e prevedeva di «aiutare gli Stati membri a gestire e proteggere le proprie frontiere esterne», e non, come Leggeri scrive con un’accezione apparentemente dispregiativa, «diventare una specie di Agenzia dei Diritti Umani che controlli quello che fanno gli Stati membri ai propri confini». Leggeri attribuisce proprio la decisione di dimettersi a un clima politico che gli sembra diverso rispetto ai primi anni di lavoro all’agenzia.
Al momento non è chiaro chi potrebbe prendere il suo posto, e se con un capo diverso Frontex potrebbe cambiare il suo approccio. Una fonte interna all’agenzia ha detto che Leggeri aveva avvisato alcuni dirigenti di Frontex delle sue imminenti dimissioni nei giorni scorsi, e che già dall’inizio della settimana all’interno dell’agenzia circolano voci e ipotesi su chi potrebbe prendere il suo posto.