I guai del conservatorio di Santa Cecilia a Roma
Un prestigioso istituto statale di musica è stato commissariato dopo anni di accuse di cattiva gestione e abusi di potere
Il conservatorio di musica Santa Cecilia, a Roma, è stato commissariato con un decreto firmato dalla ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa. Il presidente, Antonio Marcellino, e il direttore, Roberto Giuliani, sono stati rimossi ed è stata decisa la sospensione delle loro indennità a partire dall’insediamento dei due commissari, Marco Villani e Paolo Rotili, che gestiranno il conservatorio per un anno. Il provvedimento è stato preso per quelle che, nella relazione allegata al documento di commissariamento, sono definite «criticità gestionali» avvenute sia nell’ambito amministrativo finanziario sia in quello didattico.
Il Conservatorio di Santa Cecilia, che è statale ed è una delle istituzioni musicali più antiche del mondo (le tracce della Congregazione de’ musici di Roma sotto l’invocazione di santa Cecilia risalgono al 1565, la nascita della scuola di musica è del 1869) era da tempo al centro di polemiche. Il decreto di commissariamento fa riferimento a «significative e reiterate criticità consistenti in gravi e persistenti violazioni di legge, nonché in comportamenti e condotte tali da non assicurare il normale funzionamento degli organi o dei servizi indispensabili dell’istituto». Ciò che viene contestato è un «utilizzo improprio delle risorse economiche e procedimenti disciplinari avviati dal direttore in situazione di potenziali conflitti di interessi».
Le segnalazioni che hanno portato al provvedimento sono molte e il malcontento, sia tra gli studenti che tra molti docenti, è descritto come generalizzato nelle ricostruzioni giornalistiche. In primo luogo, al presidente e al direttore viene contestata una gestione troppo verticistica con ritorsioni nei confronti di chi si opponeva o semplicemente esprimeva le proprie opinioni. Secondo le segnalazioni di studenti e docenti, ci sarebbe stato un uso improprio dei fondi con presunte irregolarità sull’attribuzione delle ore di insegnamento e sui compensi.
Problemi e polemiche andavano avanti da tempo. Negli anni passati c’erano state già tre ispezioni ministeriali e ben otto interpellanze parlamentari. È stata contestata l’illegittima conversione di una cattedra (la modifica della materia di insegnamento), l’espulsione non motivata di uno studente, il mancato rinnovo di contratti di personale amministrativo, l’aumento delle tasse, considerato arbitrario, per 28 studenti asiatici. Inoltre, la dirigenza è stata accusata del licenziamento ingiustificato di un bibliotecario, della presunta falsificazione di firme su atti del consiglio di amministrazione, e dell’affidamento di lavori in violazione del codice degli appalti.
La risposta della direzione del Conservatorio alle proteste degli studenti era stato l’avvio di cinque azioni disciplinari nei confronti di chi aveva espresso critiche. Il settimanale Panorama aveva riportato l’esempio di uno studente di canto lirico, Dario Potenzano, che era stato sospeso. La sospensione arrivò perché un gruppo di studenti, dopo il lockdown, chiese al direttore Giuliani un incontro per discutere dell’organizzazione della didattica ma Giuliani si rifiutò di riceverli. Gli studenti organizzarono quindi una serie di assemblee in cui parlarono della gestione del conservatorio. Potenzano fu sospeso proprio per le critiche espresse durante una di quelle discussioni.
Un’altra storia è riportata dal Corriere della Sera: la studentessa di canto lirico Maricruz Juarez Carcano si iscrisse al conservatorio nel 2019 e nel 2021 risultò la prima dei non eletti alla Consulta, l’organismo dell’istituzione che dà agli studenti la possibilità di partecipare al consiglio accademico e di amministrazione. Per la rinuncia di chi la precedeva, Juarez Carcano avrebbe dovuto entrare comunque nel consiglio ma il direttore Giuliani assegnò il posto a un altro studente.
La sua denuncia al Tar del Lazio, il Tribunale amministrativo regionale, comportò, secondo quanto ha detto la studentessa, una serie di ritorsioni: «Hanno cominciato impedendomi di frequentare i corsi. Il professor Valentini mi ha redarguito per non averlo avvisato del ricorso e lui stesso, qualche giorno dopo, mi ha comunicato che non avrei più potuto entrare nel Conservatorio. Ha detto che dovevo considerarmi “non più iscritta”, pur senza aver mai ricevuto comunicazioni formali, perché avevo irritato il direttore. Lo stesso Giuliani, a suo dire, sarebbe stato però disposto a perdonarmi se avessi ritirato il ricorso, chiesto scusa ed ammesso di essere stata impulsiva».
In questi anni il Conservatorio ha avuto a che fare con una ventina di sentenze sfavorevoli decise dal Tar, con danni economici importanti. Ci sono stati anche 15 esposti al Miur, Ministero università e ricerca, e alla Corte dei Conti, per presunte pratiche gestionali illecite.
Il direttore Giuliani ha replicato al commissariamento definendolo «un abuso di potere» e una «decisione illegittima». Giuliani ha anche detto che la decisione del commissariamento è arrivata proprio quando sono state indette le elezioni per le più alte cariche del Conservatorio. «Di fatto», ha detto Giuliani secondo quanto è riportato dal Corriere della Sera, «ai 170 docenti viene impedito di votare e questo non rientra nei poteri del ministro. Escluso il dissesto economico, gli altri casi possibili di commissariamento sono eventuali gravi violazioni di legge (ma nonostante le denunce non è mai emerso niente) o l’impossibilità accertata di far funzionare gli organi direttivi. L’eccellenza di Santa Cecilia è riconosciuta in tutto il mondo e oggi abbiamo studenti da 50 paesi, Ucraina inclusa».
Ruggeri ha poi aggiunto, come scrive Repubblica: «I nostri bilanci sono a posto, li abbiamo appena approvati e venerdì abbiamo anche indetto le nuove elezioni. Disporre un commissariamento in questa fase è un attentato all’istituzione». Emanuele Cecconi, coordinatore di Sipa (Studenti insieme per l’Arte), Sindacato degli studenti del Conservatorio Santa Cecilia, ha detto che «non si può che esprimere soddisfazione e augurare buon lavoro ai due nuovi commissari per ridare lustro alla nostra istituzione».