La Moldavia ha qualche sospetto sui responsabili delle esplosioni in Transnistria
Le granate utilizzate sono a disposizione degli eserciti di Russia, Transnistria e Gabon: «e non credo ci sia dietro il Gabon», ha detto sarcasticamente il viceministro all'Interno moldavo
Fra lunedì e martedì in Transnistria, una piccola repubblica separatista filorussa all’interno della Moldavia, ci sono state alcune esplosioni contro edifici pubblici che hanno fatto temere un’estensione della guerra in corso nella vicina Ucraina anche in territorio moldavo.
L’opinione più condivisa fra gli osservatori del conflitto è che gli attacchi siano stati compiuti dalle forze russe o filorusse presenti in Transnistria, per creare un potenziale pretesto che giustifichi un’invasione della Moldavia da parte della Russia. Ne è convinto anche il governo moldavo. Il viceministro dell’Interno, Sergiu Diaconu, ha detto al New York Times che gli attacchi sono stati compiuti contro edifici non utilizzati, mentre al loro interno non c’era nessuno, e con un tipo di granate che sono a disposizione dell’esercito russo, delle forze transnistre e dell’esercito del Gabon. «Non credo ci sia dietro il Gabon», ha detto sarcasticamente Diaconu al New York Times.
Lo scorso venerdì il generale russo Rustam Minnekayev aveva fatto alcune dichiarazioni sui piani futuri della Russia: occupare integralmente il Donbass e tutta l’Ucraina del sud, compresa la città portuale di Odessa. Minnekayev aveva anche parlato della Transnistria, citando esplicitamente la possibilità di conquistare le zone attualmente controllate dall’Ucraina e confinanti con la Transnistria, dove secondo lui «ci sono prove che la popolazione russofona sia perseguitata», un’informazione simile ad altri pretesti che la Russia ha utilizzato in passato per giustificare la propria politica estera aggressiva o veri e propri attacchi militari.
Secondo diversi analisti la Moldavia, proprio per via della situazione in Transnistria, potrebbe essere uno dei prossimi obiettivi militari della Russia. Martedì la presidente moldava Maia Sandu – filoeuropeista ed eletta nel 2020 – ha tenuto una conferenza stampa in cui ha citato esplicitamente questa possibilità, aggiungendo che la Moldavia prenderà tutte le misure possibili per evitare una escalation.
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