Ci sono state diverse esplosioni nei territori russi al confine con l’Ucraina
A Belgorod un deposito di munizioni ha preso fuoco, apparentemente senza causare feriti o morti
Nelle prime ore di mercoledì ci sono state diverse esplosioni in alcuni territori della Russia che confinano con l’Ucraina orientale, cioè la zona dove al momento sono in corso i combattimenti più intensi della guerra in Ucraina.
Nel paese di Staraya Nelidovka, vicino a Belgorod, un deposito di munizioni ha preso fuoco, apparentemente senza causare morti o feriti. Nella città di Kursk si sono sentite esplosioni nelle prime ore della mattina: il governatore regionale ha spiegato che probabilmente sono state causate dal sistema antiaereo russo. A Voronezh, un’altra città poco distante, un funzionario locale ha detto ai giornali russi che ci sono state due esplosioni, senza fornire ulteriori dettagli.
Non è chiaro se le esplosioni siano state causate da attacchi dell’esercito ucraino oppure dalle forze russe alla ricerca di un pretesto per proseguire le violenze. Sappiamo per certo invece che nella notte la Russia ha bombardato diversi paesi nella regione di Dnipro, in Ucraina: ne ha parlato mercoledì mattina il governatore locale, spiegando che l’attacco ha danneggiato parzialmente la rete elettrica.
A proposito di energia, martedì sera la Russia ha fatto sapere alla Polonia e alla Bulgaria che avrebbe interrotto le forniture di gas naturale a partire da mercoledì mattina. Da settimane i due paesi europei avevano annunciato che non avrebbero pagato il gas naturale russo in rubli, come richiesto dal governo russo per mantenere stabile il valore del rublo.
PGNiG, l’azienda dello stato polacco che si occupa della gestione del gas, ritiene che l’interruzione delle forniture costituisca una violazione dei contratti e sta valutando quali iniziative portare avanti per far valere i propri diritti. Il governo polacco ha comunque fatto sapere che grazie alle attuali forniture da altri paesi, e alla minore domanda in vista dell’arrivo della stagione calda, non sarà comunque necessario attingere alle riserve di gas e che non ci saranno tagli per le attività produttive e domestiche.
– Leggi anche: Da mercoledì la Russia non fornirà più gas alla Polonia e alla Bulgaria
Martedì sera si è conclusa invece la visita del segretario generale dell’ONU António Guterres in Russia. Guterres ha incontrato sia il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov sia il presidente russo Vladimir Putin, ma al momento non sembra che ci siano stati sviluppi concreti su eventuali cessate il fuoco o negoziati per una tregua.
Putin, per esempio, ha detto di essere disponibile a trovare una soluzione diplomatica – come del resto sostiene da settimane – ma al contempo ha nuovamente accusato le forze ucraine di avere organizzato «una provocazione» a Bucha, il paese alla periferia di Kiev dove l’esercito russo ha compiuto una strage di civili. Putin sostiene falsamente che la strage sia stata provocata dalle forze ucraine per alimentare le critiche della comunità internazionale contro la Russia.
Martedì CNN ha pubblicato un video girato da un drone proprio a Bucha a metà marzo, quando la città era ancora sotto l’occupazione russa. Nel video si vedono soldati e mezzi russi pattugliare le strade già cosparse di persone uccise, nelle stesse posizioni in cui sono state ritrovate dopo la riconquista del paese da parte delle forze ucraine.
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