L’ufficio postale dove si contano i pinguini
È tra le attività richieste a chi per cinque mesi all'anno viene assunto nella base di Port Lockroy, in Antartide
Lunedì 25 aprile si sono chiuse le candidature per la ricerca delle quattro persone che dal prossimo novembre lavoreranno per circa cinque mesi nell’ufficio postale più remoto al mondo, quello di Port Lockroy, in Antartide. L’ufficio fa parte dell’omonima base di ricerca – che dal 2006 è stata smantellata e trasformata in un museo – ed è a Goudier Island, un’isola popolata da varie colonie di pinguini che si trova più o meno 1.000 chilometri a sud dell’Argentina. Le persone che saranno selezionate non dovranno occuparsi solo delle lettere e delle cartoline inviate dai turisti in visita: dovranno anche contare i pinguini.
La base di Port Lockroy fu costruita nel 1944 nell’ambito di una missione segreta del Regno Unito e l’anno successivo divenne la sede principale della British Antarctic Survey, un’organizzazione governativa britannica che si occupa di ricerca e divulgazione scientifica sull’Antartide. Oggi comprende un museo e l’ufficio postale operativo più a sud della Terra ed è amministrata dallo UK Antarctic Heritage Trust, un ente benefico che si occupa di tutelare vari siti sparsi sul territorio antartico.
Per via della sua posizione, Port Lockroy è chiamato in maniera informale “l’ufficio postale dei pinguini”. Ogni anno l’Antarctic Heritage Trust cerca e seleziona quattro persone per viverci e lavorarci da novembre a marzo: devono gestire il sito, accogliere i circa 18mila turisti che ogni anno arrivano in nave per visitarlo e gestire varie attività legate alla ricerca ambientale, che includono anche l’osservazione e la conta dei pinguini.
Oltre a contare i pinguini, dovranno tenere traccia degli esemplari che si accoppiano, del numero dei nidi, delle uova deposte e dei piccoli che nasceranno. L’obiettivo dell’attività di studio, coordinata con la British Antarctic Survey, è osservare l’eventuale crescita oppure il declino della popolazione dei pinguini in questa porzione di territorio.
Nonostante l’offerta di lavoro presupponga condizioni di vita «impegnative» sia a livello fisico che mentale, ogni anno arrivano centinaia di richieste da parte di persone di tutto il mondo e di tutte le età (un anno ne sono arrivate più di 2.500).
Come ha spiegato al Washington Post Camilla Nichol, responsabile dello UK Antarctic Heritage Trust, vivere a Goudier Island è piuttosto difficile. Chi verrà scelto per andarci prima dovrà affrontare un periodo di esercitazione nel Regno Unito e, una volta arrivato in Antartide tra fine ottobre e inizio novembre, resterà per diversi mesi senza acqua corrente, Internet o rete telefonica per il cellulare. Inoltre, come ha detto Nichol, «si può lavorare fino a 12 ore al giorno e non c’è molto tempo per riposare e rilassarsi».
Lucy Dorman, responsabile della base di Port Lockroy tra il 2019 e il 2020 e anche nell’ultima stagione, ha detto che «non è tutto neve e pinguini», ma che si lavora molto duramente. In un blog dedicato alle attività svolte nella base, ha raccontato che spesso bisogna trasportare scatole, taniche o secchi pesanti sulla neve o su rocce molto scivolose, e che per tenere l’area pulita bisogna spazzare gli escrementi dei pinguini tutti i giorni. Secondo Dorman, anche se il lavoro può essere particolarmente difficile, viene ripagato dal grande senso di unione e comunità che si riesce a creare. Inoltre la prossima stagione il sito riaprirà ai turisti dopo due anni di chiusura per via della pandemia da coronavirus: «Siamo molto entusiasti», ha detto Nichols.
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