Il tweet filorusso di Vito Petrocelli, senatore del M5S

Il presidente della commissione Esteri ha augurato una buona festa della “LiberaZione”, provocando dure reazioni per quella “Z” maiuscola

Petrocelli nel 2015 (Fabio Cimaglia/LaPresse)
Petrocelli nel 2015 (Fabio Cimaglia/LaPresse)

Domenica il senatore del Movimento 5 Stelle Vito Petrocelli ha scritto in un tweet: «Per domani buona festa della LiberaZione…». La zeta maiuscola contenuta nel tweet è stata immediatamente interpretata come un’allusione al simbolo che il governo russo usa come strumento di propaganda, la “Z” con cui vengono contrassegnati i mezzi militari russi e che nelle ultime settimane è stata usata sia per sostenere l’invasione in Ucraina che, più in generale, per esprimere consenso nei confronti del regime del presidente Vladimir Putin.

Poco ore dopo la pubblicazione del tweet di Petrocelli, il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha scritto sempre su Twitter che avrebbe avviato la procedura di espulsione di Petrocelli: «Il 25 aprile è una ricorrenza seria. Certe provocazioni sono inqualificabili». Oltre a essere senatore, Petrocelli è anche presidente della commissione Esteri del Senato. Nelle ultime ore sono arrivate critiche e richieste di dimissioni da quell’incarico anche da esponenti dello stesso Movimento e di altri partiti politici.

Tuttavia per rimuovere Petrocelli dal suo ruolo, la capogruppo in Senato del suo partito dovrebbe spostarlo in un’altra commissione prima che venga attuata la procedura di espulsione, ha scritto la vicedirettrice della Stampa Annalisa Cuzzocrea.

Petrocelli è stato eletto in Parlamento nel 2013 ed è noto per far parte della corrente del M5S più contraria all’appoggio del suo partito al governo Draghi, che Petrocelli ha definito «interventista» e «co-belligerante». In passato militò in movimenti politici di estrema sinistra e da senatore espresse di frequente posizioni apertamente filorusse e filocinesi.

I conflitti tra Petrocelli e i vertici del suo partito vanno avanti da settimane. A marzo Petrocelli si era espresso contro la risoluzione parlamentare a favore dell’invio di aiuti economici e militari all’Ucraina, e poi aveva votato contro il cosiddetto “decreto Ucraina” che prevedeva l’invio di armi all’esercito ucraino, su cui il governo aveva messo la fiducia.

Anche allora in molti chiesero le sue dimissioni da presidente della commissione Esteri, e dopo che Petrocelli aveva reso chiaro che non avrebbe più votato la fiducia al governo, Conte disse: «Se lui dichiara questo oggi, a dispetto del ruolo che ha avuto sin qui in commissione, evidentemente si pone fuori dal Movimento 5 Stelle, per scelta personale».