Putin ha rivendicato la conquista di Mariupol
Giovedì mattina aveva bloccato l'assalto all'acciaieria Azovstal della città, dove ci sono ancora 2mila soldati ucraini e centinaia di civili
Giovedì il presidente russo Vladimir Putin ha rivendicato la vittoria nella battaglia per la conquista di Mariupol, città portuale nel sud-est del paese sotto assedio da quasi due mesi. La mattina stessa tuttavia Putin aveva ordinato al proprio esercito di fermare l’assalto all’acciaieria Azovstal, dove da giorni sono asserragliati i soldati ucraini e circa mille civili, indicando di circondare l’area, bloccare ogni via di fuga e proporre «a tutti quelli che non avevano deposto le armi di farlo». A Mariupol la resistenza ucraina è ormai ridotta solo all’acciaieria Azovstal: secondo gli Stati Uniti, che nel frattempo hanno annunciato un nuovo consistente pacchetto di aiuti militari per l’Ucraina, ci sono comunque dubbi sul fatto che adesso Putin controlli effettivamente la città.
La conquista di Mariupol sarebbe il primo obiettivo militare della Russia in questa “seconda fase” della guerra, in cui l’esercito russo sta intensificando gli attacchi nell’est dell’Ucraina per conquistare tutto il Donbass. In queste ore sono stati attaccati oltre mille obiettivi lungo un fronte di quasi cinquecento chilometri e sono stati occupati più di 40 paesi nella regione del Donetsk.
Intanto i corridoi umanitari previsti per giovedì in uscita da Mariupol non hanno funzionato, e solo 79 persone sono riuscite a evacuare. Nel frattempo, alcune testimonianze e immagini satellitari diffuse oggi indicherebbero che l’esercito russo abbia scavato una fossa comune non lontano dalla città, dove avrebbe seppellito e nascosto decine di civili uccisi nei bombardamenti.