Il discusso emendamento per risparmiare gas
Dice che negli edifici della pubblica amministrazione non si potrà andare sotto i 27 °C d'estate e sopra i 19 °C d'inverno, ma ci sono molte eccezioni e poche conseguenze
Giovedì pomeriggio il Senato approverà in via definitiva un emendamento al cosiddetto “decreto bollette” per ridurre il consumo di energia negli edifici della pubblica amministrazione e delle scuole, risparmiando su riscaldamenti e condizionatori. Il provvedimento rientra nelle iniziative per contenere il consumo di gas, interessato da un considerevole aumento dei prezzi negli ultimi mesi e da possibili riduzioni nelle forniture da parte della Russia, in seguito all’invasione dell’Ucraina. Le modifiche non riguarderanno gli edifici privati, ma ci sono comunque dubbi sull’efficacia del decreto nel ridurre i consumi di energia elettrica, prodotta in Italia utilizzando in buona parte il gas.
L’emendamento dice che dal primo maggio e nel periodo estivo la temperatura media negli edifici interessati non potrà essere inferiore ai 27 °C, con due gradi di tolleranza: di conseguenza ci si potrà spingere fino a 25 °C. Nel periodo invernale, invece, la temperatura media non dovrà essere superiore ai 19 °C, anche in questo caso con la regola dei 2 °C di tolleranza.
Prima del decreto erano comunque già in vigore regole che stabilivano le temperature massime e minime da mantenere negli edifici della pubblica amministrazione e delle scuole. I limiti erano di 20 °C (con due gradi di tolleranza) per i riscaldamenti nel periodo invernale e di 26 °C (sempre con la tolleranza di due gradi) per la climatizzazione in quello estivo. Le regole non erano comunque univoche e uguali per tutti: erano previste numerose eccezioni e le regioni e le amministrazioni locali avevano qualche margine per intervenire, indicando temperature diverse.
Il nuovo decreto non introduce vincoli particolari per regioni e amministrazioni locali, quindi è probabile che ci saranno numerose eccezioni e regole diverse tra varie aree geografiche. I limiti di 19 °C per l’inverno e di 27 °C per l’estate resteranno in vigore dal primo maggio di quest’anno al 31 marzo del 2023.
Dal nuovo provvedimento sono stati esclusi ospedali, case di cura, cliniche e strutture simili. Sono inoltre escluse le strutture dove viene data assistenza ai tossicodipendenti e ad altre persone affidate ai servizi sociali. È poi previsto che le autorità comunali decidano deroghe di altro tipo, a seconda delle esigenze e delle circostanze. Gli uffici della pubblica amministrazione, per esempio, sono talvolta ospitati in immobili dove sono svolte altre attività, anche da privati, e per i quali non si applicano le regole stabilite nel decreto.
Le nuove regole non offrono inoltre molti dettagli per capire chi si dovrà occupare dei controlli. Le regole attualmente in vigore prevedono che siano gli ispettori del lavoro a effettuare le verifiche, e che nel caso di violazioni siano emesse multe tra i 500 e i 3mila euro. Non ci sono dati per sapere di preciso come fossero gestiti i controlli finora e non è chiaro se saranno intensificati a partire da maggio.
L’emendamento era stato proposto dalla deputata Angela Masi del Movimento 5 Stelle, e in seguito rivisto dal governo dopo una mediazione nella maggioranza. Un paio di settimane fa, era stato proprio il presidente del Consiglio, Mario Draghi, a suggerire la possibilità di nuove regole quando in una conferenza stampa aveva risposto alla domanda di un giornalista dicendo: «Preferisce la pace o il condizionatore d’aria acceso?». Draghi l’aveva pronunciata nell’ambito di un ragionamento più ampio sul tema dei costi e benefici tra il blocco del gas russo e l’aumento dei suoi prezzi.
Se ci propongono l’embargo sul gas e se l’Unione Europea è uniforme su questo noi saremo ben contenti di seguire, qualunque sia lo strumento che considereremo più importante, più efficace, per permettere una pace. Questo è quello che vogliamo.
Un grado in più o in meno a seconda della stagione può contribuire a ridurre parzialmente i consumi di gas, comunque impiegato in grandi quantità per alcune produzioni industriali. La tolleranza di 2 °C potrebbe però rendere poco utili le nuove regole rispetto alle precedenti, considerato che potranno esserci comunque sensibili oscillazioni senza il rischio di incorrere in sanzioni.
Vari osservatori hanno segnalato come nei fatti non cambierà molto dal punto di vista dei consumi, anche per le numerose eccezioni previste e la mancanza di piani per gli edifici privati, dove sarebbe comunque poi molto difficile effettuare i controlli.