Le modifiche che i partiti di maggioranza hanno chiesto sul DEF
Vorrebbero che il governo valutasse uno scostamento di bilancio per contrastare gli effetti della guerra, ma non solo
Mercoledì prima la Camera e poi il Senato hanno approvato una risoluzione presentata dai partiti di maggioranza sul DEF del 2022, il documento di economia e finanza in cui il governo anticipa i programmi delle cose da fare e l’andamento che si aspetta dall’economia. Nella risoluzione ci sono diverse richieste al governo per integrare il documento e impegnarlo a valutare nuove misure economiche per contrastare la crisi generata dall’invasione russa dell’Ucraina, che ha causato tra le altre cose un aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime.
Tra le principali richieste c’è quella di uno scostamento di bilancio, un tema su cui i partiti hanno discusso a lungo negli ultimi giorni. Implica che il governo spenda di più di quello che era stato stabilito nell’ultima legge di bilancio, approvata a fine 2021: che quindi si indebiti di più e ricorra a un deficit maggiore rispetto a quanto previsto in precedenza.
Il DEF viene approvato ogni anno dal Parlamento tramite un voto su una o più risoluzioni: queste sono atti non vincolanti proposti dai partiti in cui si può chiedere al governo di integrare il documento, come successo quest’anno. Dopo diverse discussioni e modifiche, la maggioranza ha presentato un testo con dodici richieste in tutto.
A proposito del ricorso a uno scostamento di bilancio, negli scorsi giorni si erano espressi in modo nettamente contrario la Banca d’Italia, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio e la Corte dei Conti nel corso delle audizioni nelle Commissioni bilancio riunite di Camera e Senato per esprimere le loro valutazioni sul DEF. Avevano giudicato un ulteriore ricorso allo scostamento di bilancio una misura non necessaria in questo momento – al contrario di quanto avvenuto nel 2020 e nel 2021 per contrastare gli effetti della pandemia sull’economia – e che potrebbe arrecare più problemi che benefici alla lunga. Aumentare il debito pubblico, secondo chi è contrario a un nuovo scostamento di bilancio, adesso sarebbe un’imprudenza e lo stato non dovrebbe indebitarsi ulteriormente in una fase in cui l’economia si appresta a un rilancio grazie ai fondi del PNRR.
La richiesta è stata però alla fine inserita nella risoluzione di maggioranza, soprattutto su pressione del Movimento 5 Stelle e dei partiti di centrodestra. Nel testo è stata usata una formula piuttosto cauta, in cui si lascia al governo la possibilità di «valutare» questa ipotesi «qualora si verifichi un peggioramento dello scenario economico conseguente al perdurare degli effetti negativi». Nella risoluzione si dice che lo scostamento di bilancio consentirebbe, tra le varie cose, «interventi di sostegno, del tutto simili a quelli messi in campo durante l’emergenza pandemica, per le famiglie, i lavoratori e per quella parte del comparto produttivo particolarmente colpita dalle conseguenze della crisi in Ucraina».
È comunque per ora solo una richiesta di valutazione, e non è detto che alla fine il governo chiederà al Parlamento l’autorizzazione a realizzarlo. Il ministro dell’Economia Daniele Franco, peraltro, si è più volte detto contrario a una misura di questo tipo, sostenendo che ci sia spazio per interventi del valore di circa 5-6 miliardi di euro per contrastare i rincari dei prezzi di energia, gas, carburanti con un decreto apposito che potrebbe essere approvato già nei prossimi giorni.
Un intervento del governo per contenere l’aumento dei prezzi è tra l’altro la prima delle richieste formulate dalla maggioranza nella risoluzione sul DEF. Ma ce ne sono diverse altre più puntuali, come quella di prorogare il termine attualmente previsto dalla legge per usufruire del Superbonus edilizio (ad oggi, chi ha una villetta unifamiliare, per ottenerlo deve effettuare almeno il 30% dei lavori entro giugno).
Tra le altre cose, si chiedono anche al governo iniziative per affrontare la povertà alimentare, «ampliando anche il bonus sociale», e più generiche indicazioni per favorire l’inserimento dei giovani e delle donne nel lavoro «proseguendo con le misure di esonero contributivo», e per rafforzare gli interventi a sostegno della ripresa economica nel Sud e nelle altre aree svantaggiate del paese, «al fine di evitare che la crisi innescata dall’emergenza sanitaria accentui le disparità fra le diverse aree».
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