La grossa spesa per i vigili del fuoco all’ospedale del Mare di Napoli
La loro presenza è indispensabile perché l’impianto antincendio è fuori uso dopo la voragine che si aprì l'8 gennaio 2021
Dal 9 gennaio 2021 al 20 marzo 2022 l’azienda sanitaria 1 di Napoli (ASL) ha speso 1,7 milioni di euro per garantire la presenza di sette vigili del fuoco e due mezzi antincendio per 24 ore al giorno, tutti i giorni, all’ospedale del Mare di Napoli, nel quartiere Ponticelli, nella periferia orientale della città. I vigili del fuoco sono stati impiegati come servizio antincendio, cioè sono stati pagati dall’azienda sanitaria come misura di prevenzione, perché l’impianto antincendio è fuori uso dall’8 gennaio 2021, quando una voragine si è aperta nel parcheggio dell’ospedale.
L’8 gennaio alle 6.35 – era un venerdì – le guardie giurate che erano vicino all’ingresso udirono un boato e si accorsero dell’enorme buco profondo 15 metri, che interessò un’area di duemila metri quadrati. All’interno caddero diverse automobili. Per ore i vigili del fuoco cercarono persone tra le macerie: nessuno rimase coinvolto nell’incidente.
🔴 #Napoli #8gennaio 12:00, prosegue il lavoro del nucleo #cinofili e delle squadre #Usar (Urban Search and Rescue) dei #vigilidelfuoco per escludere la presenza di persone coinvolte nella voragine aperta nel parcheggio dell’ospedale pic.twitter.com/06a9bWRb3c
— Vigili del Fuoco (@vigilidelfuoco) January 8, 2021
A oltre un anno dall’incidente, non è chiaro come mai si aprì la voragine. La procura di Napoli ha indagato 21 persone tra tecnici e imprenditori come atto dovuto per consentire di liberare l’area dalle macerie. Alcuni consulenti sono stati incaricati dalla procura di ricostruire i motivi del crollo, ma i risultati non sono stati ancora diffusi.
Le conseguenze e i danni furono rilevanti: pochi minuti dopo l’incidente vennero accesi i gruppi elettrogeni per fornire elettricità all’ospedale, mentre per diverse ore mancò l’acqua. Fu decisa l’evacuazione del Covid Center, la struttura dedicata alla degenza delle persone contagiate.
La voragine rese completamente inagibili molti locali tecnici dove c’erano le tubazioni per la fornitura energetica dell’ospedale. L’acqua tornò soltanto la notte successiva grazie a un collegamento d’emergenza, ma da quel momento l’ospedale rimase senza riserve idriche. Tra le altre cose, nel crollo andarono distrutte le due vasche e gli impianti che garantivano la riserva idrica ordinaria e quella antincendio dell’ospedale.
Senza le riserve idriche è molto difficile garantire un adeguato servizio antincendio: la normale fornitura di acqua è insufficiente. Secondo le misure di sicurezza previste dai protocolli, l’ospedale dovrebbe avere vasche con una capacità di almeno 450mila litri. Per mantenere aperta la struttura e prevenire il rischio di incendi, il direttore generale dell’ASL 1 di Napoli Ciro Verdoliva è stato costretto a chiedere un servizio anticendio straordinario ai vigili del fuoco.
L’intenzione dell’azienda sanitaria era di ripristinare le vasche in tempi brevi, ma ci sono stati alcuni problemi. Innanzitutto l’area della voragine è stata sequestrata per consentire lo svolgimento delle indagini della procura. Soltanto alla fine di ottobre l’azienda sanitaria è riuscita a bandire la gara di appalto, che il 25 gennaio 2022 è stata aggiudicata all’azienda Edil costruzioni. Tuttavia, lo scorso 9 febbraio l’azienda vincitrice ha comunicato all’ASL che non sarebbe riuscita a costruire le nuove vasche.
Come prevede il bando, l’appalto è stato aggiudicato alla seconda ditta classificata, la Edil Project, che ha comunicato all’ASL il programma dei lavori: per completare le vasche servirà quasi un anno. Se non ci saranno intoppi, saranno pronte all’inizio del 2023.
Nel frattempo l’ASL deve continuare a pagare i vigili del fuoco del comando provinciale di Napoli. In una corrispondenza interna all’ASL tra i dirigenti tecnici e il direttore amministrativo Massimo Barresi, il responsabile dell’area tecnica Antonio Bruno spiega che i costi per garantire il servizio antincendio «non sono più sostenibili».
L’ASL ha speso 1,7 milioni di euro in poco più di un anno (per la precisione, un milione e 784 mila euro): 244mila euro sono stati pagati a metà giugno 2021, mentre per la parte rimanente il comando dei vigili del fuoco di Napoli ha dovuto inviare un sollecito di pagamento da un milione e 539mila euro.
La soluzione trovata dall’ASL è temporanea: con il noleggio di due vasche si può mettere in funzione l’impianto anticendio prima della conclusione dei lavori per realizzare le vasche definitive e risparmiare i soldi investiti per la presenza costante dei vigili del fuoco. Così a marzo i tecnici dell’ASL hanno iniziato a chiedere preventivi ad aziende per il noleggio. Il 24 marzo è stata pubblicata una procedura senza bando a cui hanno risposto due aziende e l’11 aprile è stata scelta la vincitrice, la Consert srl, che fornirà le vasche temporanee.
La soluzione temporanea costerà all’ASL 105mila euro per un anno, comunque molto meno dei circa quattromila euro al giorno spesi finora per il presidio dei vigili del fuoco. Nel contratto per le vasche, inoltre, è stata inserita una clausola che consentirà di restituire in anticipo le vasche temporanee in caso di conclusione anticipata dei lavori per la costruzione di quelle definitive.