Firenze non vuole cedere sull’obbligo del casco per chi va in monopattino
Il TAR ha bocciato per due volte i provvedimenti del comune, che ora ha annunciato un nuovo ricorso
Il tribunale amministrativo della Toscana (TAR) ha annullato un provvedimento del comune di Firenze (tecnicamente una determina dirigenziale) che aveva introdotto l’obbligo del casco per chi si sposta in monopattino. Fino a ieri, martedì 19 aprile, a Firenze l’obbligo non valeva soltanto per i minorenni, come prevede la legge in tutta Italia, ma anche per le persone con più di 18 anni. Il TAR aveva già annullato un provvedimento simile un anno fa. Nonostante il doppio pronunciamento negativo del tribunale amministrativo, il comune non è però intenzionato a rivedere le sue politiche sulla sicurezza stradale. Martedì, poco dopo la pubblicazione della sentenza del TAR, il sindaco Dario Nardella ha annunciato che il comune ricorrerà al Consiglio di Stato.
Il primo tentativo di introdurre l’obbligo del casco da parte del comune di Firenze risale al dicembre del 2020.
Allora il sindaco Nardella firmò un’ordinanza rivolta ai maggiorenni che sarebbe dovuta entrare in vigore l’1 febbraio 2021. Due società autorizzate dal comune a gestire il servizio di noleggio dei monopattini presentarono però un ricorso al TAR, che il 27 gennaio 2021 annullò l’ordinanza del comune per «vizio di incompetenza»: in sostanza, spiegarono i giudici, siccome non c’era «un’effettiva situazione di emergenza» legata alla sicurezza stradale per chi si sposta in monopattino, le nuove regole non potevano essere introdotte con un’ordinanza del sindaco. In altre parole, cambiarle era competenza esclusiva dello stato.
Alla fine di agosto dello scorso anno il comune ripropose quindi lo stesso obbligo in una forma diversa, con una determina del direttore generale Giacomo Parenti. Anche in questo caso un’azienda che gestisce il servizio di noleggio dei monopattini, Bit Mobility, presentò ricorso al tribunale amministrativo. A novembre il TAR ha accolto la domanda cautelare, cioè ha confermato che il ricorso sarebbe stato discusso nel merito durante un’udienza fissata il 6 aprile del 2022, senza però sospendere il provvedimento del comune.
Dall’1 dicembre, come previsto dalle nuove regole del comune, è entrato in vigore l’obbligo del casco per tutti coloro che usano il monopattino.
Insieme al provvedimento restrittivo, il comune ha stanziato 50mila euro per consentire ai proprietari di monopattini o a chi utilizza un monopattino a noleggio di avere un rimborso di 30 euro per l’acquisto del casco. Nel primo mese la Polizia locale ha fatto 61 multe. Da gennaio a oggi le sanzioni sono state molte meno, 47, principalmente perché a causa delle nuove regole molti hanno deciso di rinunciare al noleggio.
Martedì 19 aprile è stata pubblicata la sentenza che ha accolto il ricorso di Bit Mobility. I giudici hanno stabilito che l’estensione dell’obbligo del casco non rientra tra gli obblighi che possono essere imposti dai comuni «per motivi di incolumità pubblica».
Di fatto, il TAR ha confermato che serve una legge vera e propria per imporre il casco a tutti. In base alla documentazione presentata dalla società che gestisce il servizio, inoltre, i giudici hanno rilevato un dimezzamento del numero di noleggi a partire dall’entrata in vigore del provvedimento. Il sindaco Nardella ha risposto di voler proseguire il suo impegno nell’introdurre l’obbligo del casco e ha annunciato il ricorso al Consiglio di Stato.
Secondo l’assessore alla Mobilità, Stefano Giorgetti, la sentenza del TAR «rende ancora più pressante la necessità di un intervento del Parlamento». Giorgetti rileva che i giudici non hanno approfondito i motivi per cui un comune come Firenze, in un contesto urbano con le caratteristiche di affollamento, spazi ristretti e selciato, non possa imporre una misura che ritiene adeguata a tutela dell’incolumità delle persone.
Dell’estensione dell’obbligo del casco anche ai maggiorenni si era discusso a ottobre durante la conversione in legge del cosiddetto “decreto Infrastrutture”, che ha previsto alcune novità significative. La legge ha stabilito di ridurre la velocità massima dei mezzi da 25 a 20 chilometri orari e di mantenere il limite precedentemente fissato di 6 chilometri orari nelle aree pedonali. È stato inoltre introdotto, a partire dal 1° luglio del 2022, l’obbligo di dotazione di «indicatori luminosi di svolta e di freno su entrambe le ruote»: dal prossimo luglio, tutti i monopattini dovranno cioè essere dotati di frecce e stop, oltre alle luci già necessarie, e quelli già in circolazione dovranno essere adeguati alle nuove norme entro il 1° gennaio del 2024.
È stato introdotto anche il divieto di sosta sui marciapiedi, salvo che nelle aree appositamente adibite dai comuni.
Per quanto riguarda i monopattini a noleggio, il decreto ha introdotto l’obbligo di scattare una fotografia, per dimostrare che siano stati parcheggiati correttamente, una funzione già prevista dalla maggior parte dei servizi di noleggio. La legge specifica anche che i monopattini non possono circolare sui marciapiedi, dove possono soltanto essere accompagnati a mano, e ha confermato il divieto di circolazione contromano, «salvo che nelle strade con doppio senso ciclabile».
Negli ultimi due anni Nardella ha più volte giustificato l’estensione dell’obbligo del casco con la necessità di prevenire incidenti gravi. All’inizio di agosto 2021 era intervenuto dopo la morte di un 25enne, Mohamed Fahim Abdul Rahuman, causata da un trauma alla testa: l’uomo era caduto dal monopattino in seguito a uno scontro con uno scooter. «Non molleremo su questa battaglia perché in gioco ci sono le vite di tante persone, soprattutto giovani», disse il sindaco. «Le norme attuali sono assolutamente insufficienti e inadeguate».
È molto complesso individuare i dati per analizzare l’effettiva pericolosità dei monopattini rispetto ad altri veicoli. Gli unici disponibili a livello nazionale sono quelli pubblicati dall’ISTAT e sono relativi al 2020, un anno anomalo per via delle limitazioni agli spostamenti dovute alla pandemia, durante il quale ci sono stati relativamente pochi incidenti: 564, con 551 feriti e un morto.
Gli incidenti in bicicletta, per cui in passato ci sono state analoghe discussioni sull’opportunità di rendere obbligatorio il casco, sono stati 13.753 con 13.229 feriti e 169 morti. Ci sono stati più morti, quattro, in seguito a incidenti con i cosiddetti quadricicli, le piccole auto che si possono guidare senza patente B, rispetto a quelli sui monopattini.
Questi dati però non dicono tutto: per avere un confronto più attendibile bisognerebbe rapportare il numero degli incidenti al totale delle persone che usano quel mezzo. Il confronto tra la bicicletta e il monopattino, per esempio, ha molti limiti perché milioni di persone in Italia hanno una bicicletta e la usano per spostarsi, mentre i monopattini sono utilizzati da una minoranza e quasi solo nelle grandi città.
Tra le altre cose, il confronto sarà complicato anche con i dati che verranno pubblicati nei prossimi mesi. Come spiega una nota pubblicata nel database sulla stima preliminare degli incidenti stradali del 2021, a partire dal 2020 l’istituto di statistica include nella definizione di “velocipede” anche i monopattini elettrici. La decisione è stata presa in seguito alla legge di bilancio del 2020 che ha di fatto equiparato i monopattini elettrici alle biciclette. A causa della mancata distinzione, però, sarà molto difficile osservare con precisione l’andamento degli incidenti in monopattino e capire se c’è effettivamente una ”emergenza monopattini” come denunciato da molti sindaci negli ultimi anni.
Uno dei problemi oggi più rilevanti sembra essere comunque il mancato rispetto delle regole già in vigore: tra le altre, il divieto di usare il monopattino fino a 14 anni, l’obbligo di mettersi il casco fino a 18 anni, il divieto di trasportare altre persone, l’obbligo di indossare un giubbotto catarifrangente o «bretelle retro riflettenti ad alta visibilità da mezz’ora dopo il tramonto, durante tutto il periodo dell’oscurità».