Il 2022 sarà l’anno dei matrimoni?
È quello che ci si aspetterebbe dopo due anni di restrizioni, ma in Italia la ripresa sembra lenta e le abitudini delle coppie stanno cambiando
Chi aveva in programma di sposarsi negli ultimi due anni ha probabilmente dovuto cambiare i propri piani almeno una volta. Dall’inizio della pandemia il settore dei matrimoni si è prima fermato e poi ha ripreso con restrizioni più o meno severe, ma in generale non ha mai smesso di subire gli effetti delle incertezze legate agli aumenti dei contagi e ai conseguenti provvedimenti del governo. Ora che le regole per sposarsi sono un po’ meno rigide, mentre i contagi sono in calo e si avvicina la stagione calda, ci si aspetta che molte coppie recuperino il tempo perso e che il numero di matrimoni superi quello di un anno normale pre-pandemia.
Negli Stati Uniti, il numero di matrimoni previsto per quest’anno è il più alto dal 1984: circa 2 milioni e mezzo. In Italia però non sembra stia succedendo lo stesso: anzi, tra chi lavora nel settore c’è chi sostiene che la vera ripresa non sia ancora cominciata e non nasconde un po’ di preoccupazione. A questo si aggiunge che, per adattarsi alla situazione, l’approccio all’organizzazione dei matrimoni sta cambiando: i tempi per i preparativi si accorciano, gli invitati si riducono e si spende mediamente meno.
Nel 2020, l’anno dell’inizio della pandemia, i matrimoni in Italia sono stati circa 99mila, poco più della metà di quelli del 2019. I dati provvisori dell’Istat per i primi 9 mesi del 2021 mostrano un raddoppio rispetto agli stessi mesi del 2020: un numero che comunque non compensa il calo precedente.
È ancora presto per avere i dati del 2022, ma un piccolo esempio che si può fare per farsi un’idea è quello del Comune di Milano. In un anno pre-pandemia i matrimoni solo civili (comprese le unioni civili) erano tra i 2mila e i 2.200 e i matrimoni in chiesa circa la metà. Nel 2020 sono stati in totale 1.267 quelli civili e 262 quelli religiosi. Quest’anno, da gennaio a luglio, i matrimoni solo civili previsti sono 863, di cui 225 già celebrati: «mancano i dati della seconda parte dell’anno, che è quella meno richiesta, e i dati dei matrimoni in chiesa, che sono molti meno: per quello che sappiamo è possibile che non si ritorni ai numeri pre-pandemia».
I dati di Matrimonio.com, un sito che aggrega strutture e servizi per l’organizzazione di matrimoni, mostrano che l’interesse c’è ma che probabilmente ne vedremo gli effetti più avanti. Infatti, dal primo gennaio al 23 febbraio 2022 il numero di nuovi iscritti al sito è stato lo stesso dello stesso periodo del 2019, ma tra le nuove coppie registrate circa un terzo si sposerà nel 2023. Matrimonio.com fa anche sapere che «guardando le richieste di informazioni e preventivo ricevute, che siano per il 2022 o per il 2023, l’idea che ci siamo fatti è che la macchina organizzativa si stia riavviando: +37 per cento rispetto al 2021 e +7 per cento rispetto al 2019».
La titolare di Villa Ester, una struttura che ospita matrimoni nel catanese, racconta che non sono più tornati ai ritmi di prima e spiega che, se nel 2019 avrebbero fatto tra i 70 e gli 80 matrimoni, per quest’anno al momento ne sono previsti solo una quarantina. «Ci si aspettava una ripresa e invece mi sembra tutto molto molto lento» dice la titolare di Villa Medicea Lo Sprocco, nelle colline del Mugello, in Toscana: «le persone sono indecise, non si sa cosa fare. In più la maggior parte sono coppie che già convivono e non hanno problemi ad aspettare ancora per sposarsi».
«La nostra percezione è che vada tutto a rilento», ha raccontato la titolare di Villa Madama, una struttura attrezzata per ospitare matrimoni nella zona del Salento: «da Natale a oggi ci sono stati annullati 30 eventi per via della variante omicron. Per l’estate siamo abbastanza pieni, ma non sono più i matrimoni di una volta: i coperti sono molto diminuiti». «Sempre più spesso arrivano coppie con 30 o 40 invitati, ma io non posso aprire per un evento del genere: col rincaro della luce e del gas e l’aumento generale della spesa, non riuscirei a rientrare dei costi», conferma la titolare di Villa Medicea Lo Sprocco.
Fabio La Daga, responsabile della comunicazione della fiera MilanoSposi, la cui prossima edizione si terrà dal 4 al 6 marzo, spiega che «c’è la volontà di ripartire, ma i soldi che girano sono pochi, perché tutta l’economia è rallentata e questo tipo di settore è stato particolarmente colpito. Gli sposi hanno meno soldi e meno volontà di investire sul matrimonio, privilegiando altri investimenti. Questo era vero già da prima della pandemia: per esempio, tanti anni fa si investiva molto nel ricevimento e poco nel viaggio, mentre oggi c’è grande attenzione al viaggio di nozze».
«Un fenomeno che ho notato ultimamente è quello che io chiamo dei “matrimoni last minute”», racconta Chiara Pacifico, organizzatrice di matrimoni e docente dell’Associazione Italiana Wedding Planner. «È cambiata la fase di incubazione dei preparativi. Prima si impiegava tra i 9 e i 12 mesi per organizzare un matrimonio, mentre ora capita che mi chiamino 4 o 5 mesi prima. Forse c’è la voglia di approfittare dei periodi di quiete e non rischiare di andare troppo in là». Non è raro che in questo periodo arrivino coppie che le chiedono disponibilità per giugno o luglio. Addirittura, la titolare di Villa Madama ha raccontato che l’anno scorso le prenotazioni arrivavano da un mese per l’altro.
«In più, prima c’era il gusto di assaporare le fasi preparative, anche a livello conviviale: il vestito si sceglieva insieme alla mamma e alle amiche e si annunciava il fidanzamento ufficialmente. Si faceva l’addio al nubilato e al celibato, che invece ora si fa molto meno: con le discoteche chiuse, diventa una cena con gli amici o una cena di prova con entrambi gli sposi» continua Pacifico.
Anche La Daga di MilanoSposi conferma di aver notato una tendenza simile: «una volta i visitatori della fiera tendevano a registrarsi in comitiva con genitori, sorelle, fratelli, mentre adesso il numero medio per ogni registrazione si è abbassato a due: quasi sempre viene solo la coppia». L’ultima edizione della fiera, che si è svolta a ottobre 2021 – appena prima che il numero di contagi in Italia ricominciasse a crescere – ha avuto 6mila visitatori: prima della pandemia i numeri andavano dai 10 ai 15mila.
«Rispetto alle prime restrizioni, devo dire che quest’anno gli sposi mi sembrano più rilassati, hanno preso dimestichezza con le regole, che comunque sono meno rigide», dice Pacifico: «si vive tutto con rinnovato ottimismo, anche se c’è sempre la spada di Damocle: quando arriverà il gran giorno, si potrà ancora fare tutto? O a maggio il virus tornerà?».
«Abbiamo visto anche noi che i tempi si accorciano», dice il titolare della Tavernetta, un catering per eventi della provincia di Venezia: «tanti aspettano all’ultimo per via della situazione sanitaria. Ma a noi sta andando bene e abbiamo già 3 matrimoni fissati per il 2023: forse sono quelli che pensano che per allora sarà finita».