La Nazionale di rugby darà uno stipendio alle sue giocatrici
Per la prima volta verranno firmati dei contratti, in uno dei pochi sport in cui la squadra italiana femminile va più forte di quella maschile
Tra i principali sport italiani la nazionale femminile di rugby è l’unica che nel ranking mondiale sta più in alto di quella maschile: era settima e dopo gli ultimi risultati è ottava, mentre quella maschile è quattordicesima. Le giocatrici, tuttavia, non sono ancora professioniste – come tutte le altre atlete italiane – e quindi non possono avere dei veri contratti, con le tutele e i benefici che ne derivano.
Le rugbiste italiane – anche quelle che giocano ai massimi livelli – sono studentesse e lavoratrici che durante l’anno dedicano il loro tempo libero allo sport. Nonostante questo, negli anni sono riuscite a diventare fra le migliori in Europa. Quest’anno il torneo Sei Nazioni non sta andando bene (fin qui tre sconfitte su tre partite), ma nel 2019 arrivarono seconde, nel 2014 quarte e l’anno prima terze. Su quindici partecipazioni hanno preso il cucchiaio di legno soltanto tre volte, contro i diciassette su ventitrè degli uomini.
Il prossimo autunno l’Italia femminile andrà in Nuova Zelanda a giocare la nona edizione della Coppa del Mondo, dove sarà in girone con Stati Uniti, Giappone e Canada. Sarà quindi un anno particolarmente impegnativo per le giocatrici, che dedicheranno alla Nazionale circa tre mesi del loro tempo. Anche per questo motivo la Federazione ha annunciato in settimana di aver stanziato oltre 350mila euro che serviranno a stipendiare 25 giocatrici con contratti annuali di collaborazione sportiva.
The @Federugby have announced that 25 members of the Italian squad have been given a centralised contract ahead of the Rugby World Cup in the autumn.
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— TikTok Women's Six Nations (@Womens6Nations) April 13, 2022
Finora le rugbiste ricevevano al massimo rimborsi o borse di studio, come la maggior parte delle sportive italiane. Con l’istituzione di un contratto di collaborazione sportiva potranno ricevere uno stipendio mensile di circa mille euro, cosa che finora succede soltanto nella pallavolo e nel calcio, i campionati femminili più avanzati in termini di organizzazione e tutele economiche.
Per Manuela Furlan, capitana della Nazionale e addetta alla logistica allo scalo merci di Treviso, l’accordo «segna un primo, importante punto di svolta per il futuro della Nazionale femminile e rappresenta il miglior lascito possibile alle prossime generazioni».
Marzio Innocenti, presidente federale dallo scorso marzo, ha spiegato: «Nel movimento femminile il tasso di competitività a livello internazionale si sta alzando vertiginosamente. La contrattualizzazione delle nostre migliori atlete vuole garantire loro un nuovo strumento per poter competere sulla scena internazionale, in particolare in un anno altamente impegnativo e strategico come quello che porterà alla prossima Coppa del Mondo».
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