Gli scandali del ministro dell’Economia britannico
Rishi Sunak era lanciatissimo e ritenuto probabile successore di Johnson, poi è arrivato un caso di elusione fiscale, tra le altre cose
Martedì la polizia britannica ha fatto sapere che Rishi Sunak, il cancelliere dello Scacchiere britannico (cioè il ministro dell’Economia e delle Finanze), verrà multato assieme al primo ministro Boris Johnson per aver partecipato alle feste organizzate nella sua residenza durante il primo lockdown, in violazione delle restrizioni allora in vigore. Negli ultimi mesi, Sunak è stato uno dei politici più popolari, apprezzati e in rapida ascesa nel suo partito, al punto da essere considerato il più probabile sostituto di Johnson, che a causa della questione delle feste rischiava seriamente di doversi dimettere. Ma di recente Sunak si è trovato in grave difficoltà: la multa si è aggiunta a un altro grosso scandalo di elusione fiscale riguardante sua moglie, e i due scandali, assieme, rischiano di diventare un grave intralcio alla sua promettente carriera.
Sunak è cancelliere dello Scacchiere del governo di Boris Johnson dal 2020. Figlio di immigrati indiani, laureato all’università di Oxford e con studi anche a Stanford, negli Stati Uniti, Sunak aveva lavorato per l’importante banca d’affari Goldman Sachs ed era entrato in politica nel 2014 con il Partito conservatore, quello guidato da Johnson. Un po’ per la sua storia di figlio di immigrati diventato ricco uomo di successo, un po’ per come era riuscito ad apparire serio e competente nella gestione della pandemia, Sunak aveva acquisito negli ultimi tempi una grande popolarità.
Si era visto soprattutto durante il cosiddetto Partygate, lo scandalo delle feste organizzate durante la pandemia, su cui ha indagato prima lo stesso governo e poi la polizia di Londra: a causa dello scandalo, il sostegno del partito Conservatore a Boris Johnson era calato notevolmente. Vari membri del partito avevano iniziato a prepararsi a rimpiazzarlo – nel Regno Unito lo si fa raccogliendo un certo numero di richieste formali – e la possibilità che perdesse il posto era sembrata davvero concreta. In quel periodo, Sunak era stato molto abile a distanziarsi da Johnson senza però mai arrivare a scontri diretti.
I guai di Johnson, in altre parole, sembravano favorire Sunak: alla fine, il suo nome era quello che circolava di più tra i possibili sostituti di Johnson alla guida del partito (e quindi del paese, perché avrebbe significato che Sunak avrebbe goduto della maggioranza dei voti in parlamento).
Nel corso di poche settimane, però, le cose si sono sostanzialmente ribaltate: quello considerato «inadatto al suo ruolo», formula usata durante lo scandalo soprattutto nei confronti di Boris Johnson, è diventato Sunak, mentre Johnson si concentrava in vistosi sforzi diplomatici sulla crisi in Ucraina, che sono serviti tra le altre cose ad accreditarlo, ha scritto Politico, tra i «leader della risposta occidentale» alla guerra ucraina. Johnson si è mostrato molto severo sull’imposizione delle sanzioni alla Russia, e pochi giorni fa è andato in Ucraina per incontrare personalmente il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, facendosi anche fotografare assieme a lui per le strade di Kiev.
A mettere nei guai Sunak, più che la multa per le feste, è stato soprattutto uno scandalo legato a questioni fiscali riguardanti sua moglie, la ricca designer di moda Akshata Murty.
Murty è figlia del miliardario indiano Narayana Murthy, fondatore e capo della multinazionale informatica Infosys, di cui la figlia possiede una parte delle quote. A inizio aprile, forse a causa di una indiscrezione fatta ai giornali da qualcuno interno al governo, si è saputo che la moglie di Murthy risultava “non domiciliata” nel Regno Unito, status che le permetteva, pur vivendo stabilmente nel paese, di non pagare nel paese le tasse relative ai suoi guadagni esteri (enormi, tenendo conto di quelli derivanti dalla società fondata del padre): questa condizione le aveva permesso di non pagare nel Regno Unito milioni di sterline di tasse.
Si tratta di un’operazione perfettamente legale, dato che paga le tasse in India; tuttavia, la notizia che Murthy di fatto abbia evitato di versare milioni di sterline nel paese in cui vive stabilmente (e in cui il marito serve come ministro dell’Economia) ha creato notevole malcontento.
Sunak ha cercato di contenere lo scandalo: sua moglie ha accettato di pagare le tasse relative ai suoi guadagni esteri nel Regno Unito; lui ha formalmente chiesto che la sua personale situazione fiscale diventasse oggetto d’indagine – anticipando l’opposizione, che con tutta probabilità avrebbe chiesto un’indagine poco dopo, e secondo Politico sapendo che non sarebbero emerse altre irregolarità –, mostrandosi così sollecito e pronto a collaborare con le istituzioni.
Almeno per ora, però, non sembra che queste mosse siano servite a molto. Anche perché lo scandalo relativo alle tasse della moglie non è stato l’unico problema di Sunak nelle ultime settimane.
Nel frattempo, infatti, si era anche saputo che lui aveva mantenuto la propria carta verde – quella che gli permetteva di vivere e lavorare negli Stati Uniti, in cui aveva studiato e conosciuto sua moglie – per 19 mesi dopo essere diventato ministro nel Regno Unito (non poteva farlo). E secondo vari osservatori la sua popolarità era calata anche a seguito dell’aumento del costo della vita nel Regno Unito, che ha colpito duramente varie famiglie e a cui lui, in quanto ministro dell’Economia, è stato inevitabilmente associato.
Del suo declino ha ovviamente beneficiato l’opposizione. Keir Starmer, il leader dei Laburisti, ha accusato Sunak di essere un «ipocrita», e ha chiesto le sue dimissioni, così come quelle di Johnson, a cui aveva già dato dell’«uomo senza vergogna». Gli scandali di Sunak, inoltre, hanno preoccupato anche i membri del Partito conservatore, soprattutto in vista delle elezioni locali del prossimo 5 maggio. A indebolire il partito, inoltre, stanno contribuendo i crescenti attriti tra Sunak e Johnson, risentito contro di lui per lo scarso sostegno datogli durante lo scandalo per le feste.