Le proteste del Senegal per il violento arresto di un suo cittadino a Firenze
Un video girato da alcuni passanti sta suscitando polemiche e le reazioni del paese africano, che ha parlato di «trattamento razzista»
Il ministero degli Affari Esteri del Senegal ha protestato ufficialmente per il fermo, avvenuto il 5 aprile a Firenze, di un cittadino senegalese, Pape Demba Wagne, venditore ambulante, da parte di agenti in borghese della polizia municipale. Il fermo dell’uomo, avvenuto con metodi duri, è stato filmato da alcuni ragazzi che poi hanno pubblicato il video su Facebook.
Nelle immagini, girate in lungarno Acciaiuoli e che durano circa due minuti e mezzo, si vede un agente che tiene il braccio stretto attorno al collo del cittadino senegalese per tutta la durata del video mentre un altro agente, in alcune fasi dell’azione, monta sopra al fermato che cerca di divincolarsi. Si sentono voci che commentano ciò che sta avvenendo. Una in particolare dice: «Guarda cosa fanno a quest’uomo… Ponte Vecchio, Firenze! […] Guardate la faccia di quest’uomo, guardate la faccia». La stessa voce chiede all’agente di allentare la presa.
Alcuni turisti poi si avvicinano per chiedere cosa stia succedendo e uno degli agenti risponde: «Stiamo lavorando, questa è interruzione di pubblico servizio». A quel punto la stessa persona di prima aggiunge: «Stava vendendo braccialetti!»; poco dopo il video si interrompe.
Il ministero degli Affari esteri del Senegal ha reso pubblica una nota in cui si chiede «che sia fatta piena luce su quanto accaduto» e che «gli autori di questi atti di inqualificabile crudeltà siano portati davanti alla giustizia». Il ministero senegalese ha definito il comportamento degli agenti un «trattamento razzista, inumano e degradante».
Il comune di Firenze ha risposto a sua volta con un comunicato ufficiale:
«L’uomo, quando è stato fermato dagli agenti per essere sottoposto al verbale, si è rifiutato di dare le generalità e di consegnare la merce in vendita, ha prima strattonato un agente e poi colpito a spinte e pugni un altro che per questo ha tentato di immobilizzarlo. Gli agenti hanno riportato lesioni guaribili in tre e cinque giorni, non risulta invece alcuna lesione né alcun accesso al Pronto Soccorso da parte dell’uomo fermato. Durante la permanenza negli uffici per il fotosegnalamento e la redazione degli atti, ha dimostrato condizioni psicofisiche ottimali e ha chiesto scusa ai presenti per il suo comportamento violento».
Pape Demba Wagne abita a Pontedera, in provincia di Pisa, ed è in Italia da cinque anni. Un portavoce della comunità senegalese a Firenze ha spiegato che l’uomo fermato parla pochissimo italiano e francese, lingua ufficiale nel suo paese, ma si esprime in wolof, lingua locale senegalese. Secondo quanto riportato dal portavoce, nel video il ragazzo gridava «Aiuto, sto soffocando. Sto facendo Ramadan». La comunità senegalese ha poi fatto sapere che Pape Demba Wagne ha presentato denuncia.
Lunedì a Firenze è arrivato anche l’ambasciatore del Senegal in Italia, Papa Abdoulaye Seck. Ha detto al Corriere della Sera: «Sono venuto a incontrare le autorità della città: il sindaco, il prefetto, il comandante della polizia municipale per parlare di quello che è successo a un senegalese, vittima di un fatto inumano, di una gravità estrema».
Per sabato a Firenze, la comunità senegalese ha organizzato una manifestazione di protesta. Intanto un avvocato fiorentino, in rappresentanza dei due ragazzi che hanno ripreso il video, ha presentato un esposto alla Procura di Firenze chiedendo di verificare se ci siano stati eventualmente comportamenti penalmente rilevanti da parte degli agenti.
L’assessore alla Sicurezza del comune di Firenze è intervenuta nel corso del consiglio comunale dicendo che il video che circola è «solo parziale, la procedura di immobilizzazione è stata fatta per sicurezza e senza violenza e il fermo era motivato. Quello che è accaduto non è successo perché quell’uomo vendeva braccialetti ma perché ha opposto resistenza, causando lesioni agli agenti, il razzismo non c’entra niente».
Ha parlato anche il sindaco di Firenze Dario Nardella, che ha spiegato di aver dato disposizioni per una verifica all’interno della polizia municipale «per individuare tutti i dettagli della dinamica della vicenda perché se ci sono dei responsabili questi saranno sanzionati disciplinarmente». Nardella ha poi detto che il Comune respinge qualsiasi accusa di razzismo: «I nostri agenti sono impegnati ogni giorno su mille fronti nel centro storico, andando incontro alle centinaia di segnalazioni dei cittadini che riguardano situazioni illegali».