Imran Khan non è più il primo ministro del Pakistan
Era al centro di una grossa crisi politica e domenica il Parlamento lo ha sfiduciato, nonostante i suoi tentativi di bloccare il voto
Nelle prime ore di domenica il parlamento pakistano ha votato la sfiducia al primo ministro Imran Khan, al centro di una grossa crisi politica cominciata settimane fa. La mozione di sfiducia era stata presentata da un partito di opposizione, ma la settimana scorsa Khan l’aveva bloccata tentando di sciogliere il Parlamento e di indire nuove elezioni. Il voto si è tenuto dopo che la Corte Suprema aveva ritenuto incostituzionale la sua mossa, permettendo così al Parlamento di votare la sfiducia.
Khan è il primo primo ministro del Pakistan a essere rimosso con un voto di sfiducia: lunedì il Parlamento si riunirà di nuovo per scegliere il suo sostituto che governerà fino all’ottobre del 2023, mese in cui sono previste le prossime elezioni.
Khan è un ex campione di cricket, è laureato a Oxford ed è primo ministro del Pakistan dal 2018, quando fu eletto col partito nazionalista e populista Movimento per la Giustizia del Pakistan. In campagna elettorale aveva promesso di combattere la corruzione e la povertà e di risollevare l’economia del paese, ma nel corso del suo mandato le cose non sono andate come aveva sperato. L’economia è rimasta in grande difficoltà, con livelli d’inflazione tra i più alti dei paesi della stessa regione asiatica, e il livello di disoccupazione, inizialmente calato, è cresciuto. Khan non sembra aver ottenuto buoni risultati neanche per quanto riguarda la lotta alla corruzione e così ha progressivamente perso sostegno politico, anche da parte di alcuni parlamentari del suo stesso partito.
A complicare le cose sembra esserci stata soprattutto la perdita del sostegno dell’esercito, che secondo varie analisi era stato essenziale per la sua elezione nel 2018. In Pakistan, paese in cui ci sono stati vari colpi di stato e governi militari, l’esercito ha una fortissima influenza politica, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza e la politica estera. Con l’esercito però Khan ha avuto scontri di vario tipo, alcuni dei quali legati al progressivo allontanamento del Pakistan dagli Stati Uniti (seppur con molte ambiguità e doppiezze) e all’avvicinamento alla Cina. Khan aveva reagito alla mozione di sfiducia dicendo di essere «vittima di un complotto americano».
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