L’attacco alla stazione dei treni di Kramatorsk
Il governo regionale della regione ucraina di Donetsk ha incolpato la Russia e ha detto che sono state uccise almeno 50 persone
Venerdì mattina è stata bombardata la stazione ferroviaria di Kramatorsk, città di 150mila abitanti nella regione di Donetsk, nell’est dell’Ucraina, nella zona controllata dalle forze ucraine. L’Ucraina ha incolpato la Russia, e le autorità locali hanno detto che sono state uccise almeno 50 persone e che 98 sono state ferite. Stanno circolando diverse foto e video che mostrano la stazione colpita e diversi corpi di persone a terra (sono molto forti: si possono vedere qui).
Secondo il governatore della regione di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, al momento dell’attacco le persone che si trovavano in stazione erano migliaia. Anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha commentato l’attacco, scrivendo su Telegram: «Mancando loro la forza e il coraggio di confrontarsi con noi sul campo di battaglia, [le forze russe] stanno cinicamente distruggendo la popolazione civile. È un male che non ha limiti. E se non sarà punito, non si fermerà mai».
Il rispettato analista Michael Horowitz ha detto che l’attacco di questa mattina non sarebbe una novità: «Le stazioni ferroviarie vengono colpite regolarmente dalla Russia. Lo stesso ministro della Difesa russo ha riferito di un attacco compiuto ieri contro una stazione ferroviaria nella regione di Zhytomyr. Di recente ci sono stati attacchi contro altre stazioni ferroviarie del Donbass», cioè la regione dell’Ucraina che la Russia vorrebbe arrivare a controllare interamente.
La stazione di Kramatorsk è una delle più orientali ancora in funzione in Ucraina, e in questi giorni è stata presa d’assalto da migliaia di civili che stanno tentando di andarsene verso ovest. Erano state le stesse autorità ucraine, nazionali e locali, a invitare gli abitanti del Donbass a lasciare le proprie case, dopo la decisione della Russia di ritirare le proprie truppe dal nord dell’Ucraina e concentrare gli sforzi militari nell’est e nel sud.
Secondo diversi giornalisti sul posto, all’evacuazione di massa di molte città orientali avrebbero contribuito anche le notizie dei massacri compiuti dai russi a Bucha e nelle altre città del nord: molti civili temono infatti che la Russia possa compiere crimini simili anche nel Donbass.