Un processo per l’omicidio di Jamal Khashoggi sarà spostato dalla Turchia all’Arabia Saudita

Alcune foto di Jamal Khashoggi esposte durante una cerimonia commemorativa tenuta a Istanbul, in Turchia, nel novembre 2018 (Chris McGrath/Getty Images)
Alcune foto di Jamal Khashoggi esposte durante una cerimonia commemorativa tenuta a Istanbul, in Turchia, nel novembre 2018 (Chris McGrath/Getty Images)

Un tribunale di Istanbul, in Turchia, ha deciso di cedere alle autorità dell’Arabia Saudita la gestione di un processo sull’uccisione del giornalista e dissidente Jamal Khashoggi, per il quale erano state imputate 26 persone, tutti cittadini sauditi. La decisione di trasferire il processo, secondo gli avvocati della fidanzata di Khashoggi e vari esperti, implica che probabilmente sarà archiviato o interrotto.

Jamal Khashoggi, giornalista saudita del Washington Post e dissidente, era stato ucciso il 3 ottobre del 2018 nel consolato saudita di Istanbul, dove era entrato per ottenere i documenti per sposare la sua fidanzata. Fu ucciso da un gruppo di sicari fatti venire apposta dall’Arabia Saudita per compiere l’omicidio, e che poi lasciarono il paese. Secondo diverse inchieste giornalistiche, indagini governative e ricostruzioni di organizzazioni internazionali, Khashoggi fu ucciso per decisione del regime saudita, probabilmente su ordine diretto del potente principe ereditario Mohammed bin Salman, che però ha sempre negato ogni responsabilità diretta.

Il processo in Turchia, cominciato nel 2020, era in realtà soprattutto simbolico: tutti gli imputati sono in Arabia Saudita e il governo del paese non ha accettato nessuna richiesta di estradizione. Non sarebbe stato nemmeno possibile una condanna in contumacia, perché secondo la legge turca non è possibile condannare imputati che non hanno testimoniato. La famiglia di Khashoggi e vari gruppi di attivisti per i diritti umani però speravano che dal processo sarebbero uscite nuove prove e testimonianze sul coinvolgimento del regime saudita.

La decisione di trasferire il processo arriva in un momento in cui il governo turco sta cercando di migliorare i propri rapporti con l’Arabia Saudita: la settimana scorsa il ministro degli Esteri turco, Mevlüt Çavuşoğlu, aveva detto che sarebbero stati fatti «passi avanti concreti» per migliorare le relazioni tra i due paesi.

Nel 2019 un tribunale saudita aveva condannato a morte 5 persone per l’omicidio di Khashoggi, mentre altri tre imputati erano stati condannati a lunghe pene in prigione. Il processo era stato tuttavia molto criticato, perché non aveva considerato i mandanti e i membri del regime sospettati di avere avuto un ruolo nell’uccisione del giornalista.